Un nuovo studio ha finalmente rivelato le cause di morte di Alessandro Magno, svelando che il grande condottiero sarebbe stato addirittura sepolto vivo.
Pare che Alessandro Magno, generale macedone le cui imprese si sono tramandate per secoli, non sia morto per un omicidio o per abuso di alcol, come invece si era ipotizzato in precedenza. Un nuovo studio condotto da Katherine Hall della Dunedin School of Medicine ha infatti rivelato che l’antico re fu colpito dalla sindrome di Guillain-Barrè, un raro disturbo neurologico autoimmune che colpisce il sistema nervoso periferico. La malattia, dovuta a un’infezione da virus intestinale Campylobacter pylori, si manifestò su Alessandro con estrema violenza: prima lo paralizzò, e gradualmente gli impedì di muoversi, parlare e, infine, respirare.
Tutto sarebbe iniziato, secondo i ricercatori, dopo una notte brava, in cui il generale bevve quasi sei litri di vino. Il giorno dopo, pur non sentendosi troppo bene, il militare bevve una quantità analoga di alcolici. Dopo altre 24 ore, lancinanti dolori addominali colpirono Alessandro: costretto a letto, fu dichiarato morto dopo 11 giorni. Lo studio ha rivelato anche un altro inquietante particolare: il grande combattente sarebbe stato addirittura sepolto vivo. I suoi respiri, infatti, sarebbero diventati così impercettibili da far pensare ai medici ad un decesso. Che in verità non c’era ancora stato.
Questa ipotesi spigherebbe anche perché il corpo di Alessandro non mostrò segni di decomposizione nei sei giorni successivi alla morte: «Gli antichi greci pensavano che ciò provasse che Alessandro era un Dio, il nostro studio fornisce invece una risposta reale alla tardiva decomposizione».