Morto George Michael, cantante degli Wham!, aveva 53 anni

George Michael, divenuto celebre per il brano “Last Christmas” è morto nella sua casa a 53 anni

26 Dicembre 2016
Fonte: Instagram

George Michael è morto il giorno di Natale a soli 53 anni. Il cantante degli Wham “è morto serenamente in casa sua”, come riferisce il suo staff e la Bbc che ha annunciato la morte della star. I soccorsi sono arrivati nel primo pomeriggio nella casa di George Michael, ma per lui non c’era già più nulla da fare. Secondo la polizia però da un primo controllo “non ci sono circostanze sospette” riguardo la morte di Michael, che sarebbe deceduto per cause naturali.”È con grande tristezza che confermiamo che il nostro amato figlio, fratello e amico George è passato a miglior vita in casa sua – si legge in un comunicato diffuso dallo staff e dalla famiglia dell’artista -. La famiglia chiede sia rispettata la privacy in questo difficile momento”, recita il comunicato”.

Vero nome Georgios Kyriacos Panayiotou, George Michael era divenuto famoso in tutto il mondo grazie al singolo“Last Christmas”, un brano pop diventato una tradizione nelle feste natalizie. Londinese d’origine, padre greco-cipriota e madre inglese, George Michael aveva iniziato a fare musica con Andrew Ridgeley, creando The Executive e i The Wham!, grazie ai quali era arrivato al successo.

Il 7 aprile 1988 Michael era stato costretto a fare coming out, dopo che era stato adescato da un poliziotto della buoncostume a Los Angels. “Mi ha seguito al bagno –  non sapevo fosse un poliziotto, ovviamente – e ha cominciato a fare quel gioco…” aveva raccontato, pubblicando poi il singolo “Outside”, in cui raccontava quell’esperienza.

“Chi legge i miei testi con attenzione sa perfettamente chi sono e come sono – aveva raccontato qualche tempo fa in un’intervista -. Anche quando lascio spazio alla fantasia, finisco per raccontare qualcosa di me. E la gente capisce”. “Non voglio mettere in piazza i miei affari, voglio solo che le mie scelte siano rispettate – aveva svelato il cantante -. Se c’è da pagare, pago. È successo. Ma non mi vergogno di nulla. I miei amici hanno sempre saputo, la mia famiglia anche. Quello che è successo a Los Angeles è stato dettato dalla mia voglia inconscia di dire al mondo che ero gay e che nessuno doveva permettersi di criticare. Quando ripenso a L.A., capisco che quello che volevo era vivere pericolosamente al limite del consentito, come chi ruba per essere preso e poi liberato”.

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