Museo della merda: niente di volgare o di sconveniente, ma una felice intuizione di 5Vie, il distretto della design week che ha saputo realizzare nel centro di Milano. In via Santa Marta 18, infatti, è stato ospitato lo spin off dal titolo “The shit Evolution. The Primordial Products of the Shit Museum”, proveniente direttamente dal museo della merda di Castelbosco in provincia di Piacenza. L’idea è quella di realizzare uno stabilimento in grado di ricavare dallo sterco di bovini, attraverso tecnologie innovative e avanzate, metano e materiale grezzo da utilizzare per produrre manufatti: ad esempio i mattoni in merdacotta che lo costituiscono.
Un’idea molto interessante e stimolante che guarda verso scenari in cui sarà fondamentale sviluppare nuove e sofisticate energie che permettano un risparmio energetico. Credere oggi nelle energie alternative rappresenta un investimento per il futuro. Soltanto in questo modo si può pensare ad una sopravvivenza sostenibile in armonia con la natura. L’idea del museo della merda è proprio questa: dimostrare come ogni elemento della natura sia riciclabile e utile se utilizzato in modo corretto.
Il progetto è nato dall’incontro tra un produttore di Grana Padano (Gianantonio Locatelli) e l’architetto Luca Cipelletti. Unendo le proprie competenze si è trovata una soluzione innovativa e stupefacente. Uno stabilimento che unisce arte ambientale alla biomeccanica e a particolari sistemi di sfruttamento energetico. In questo modo dai 1000 quintali di sterco prodotti dai 2500 bovini coinvolti nel progetto si ricava un gas combustibile come il metano e materia grezza da lavorare per realizzare manufatti. I mattoni dello stabilimento non sono infatti in terracotta, ma in merdacotta. Infine, la parte restante, è ottimo concime per il terreno. Il museo della merda è un esempio perfetto di come la vita di tutti giorni possa essere completamente stravolta e trasformata dalla tecnologia.
Insomma il museo della merda che è stato ospitato al SIAM è un sistema virtuoso di rispetto, e allo stesso tempo esaltazione e sfruttamento delle risorse della natura. Non è infine un caso il fatto che la parte sotterranea del palazzo rinascimentale di Francesco Pestagalli, dove è stato realizzato questo allestimento, sostenga la sede di una scuola che ha come obiettivo quello di coniugare sapientemente la tecnologia alla cultura e l’arte. Se ci pensate bene, l’idea del museo della merda è proprio quella di realizzare un unicuum partendo da questi concetti di base, sviluppando una filosofia che consenta una qualità di vita migliore partendo da elementi che oggi vengono erroneamente considerati di scarto.