NASA, Alpha Centauri, Steven Hawking e le mini astronavi

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Da decenni ormai grazie ai film di fantascienza persone di tutte le età fantasticano sui viaggi spaziali. Ultimamente la tecnologia in quel campo ha fatto enormi progressi. L’uomo è riuscito ad arrivare dove mai avrebbe pensato. Le sonde spaziali della Nasa hanno esplorato a fondo il nostro sistema solare riportandoci immagini sorprendenti.

Ma, l’uomo è curioso per natura e di certo non gli basta esplorare solo il nostro sistema solare. In un epoca in cui i film con viaggi interstellari sono la norma, gli scienziati della NASA desiderano fare diventare questo sogno una realtà. Gli uomini dell’agenzia spaziale americana stanno, infatti, lavorando insieme al genio della fisica Steven Hawking e all’imprenditore di ventura Russo, Yuri Milner, per mandare una piccola sonda fino ad Alpha Centauri, il sistema solare più vicino al nostro.

Viaggio interstellare

L’ambizioso progetto della NASA è stato denominato Project Starshot. L’intento degli scienziati è quello di cercare di inviare una minuscola sonda in silicone, chiamata Starchip, fino ad Alpha Centauri. Questo sarebbe possibile in teoria colpendola dalla terra con dei laser che funzionerebbero come dei propulsori, accelerandola fino a un quinto della velocità della luce. Spinta in questa maniera la piccola sonda riuscirebbe ad arrivare a destinazione nel giro di 20 anni.

Il progetto però non è così semplice, bisogna risolvere un grosso problema prima di metterlo in atto: gli alti livelli di radiazioni nei viaggi interstellari. Infatti, per inviare una sonda ad una velocità simile, in modo che arrivi fino ad Alpha Centauri, bisogna accelerarla affinché vada 1000 volte più veloce di una normale. Per questo dovrà essere leggerissima e, quindi, non potrà di certo avere in dotazione uno schermo per proteggersi dalle radiazioni. In questo modo la sua strumentazione si danneggerà non riportando a casa i risultati sperati.

Un progetto ambizioso

Gli scienziati stanno lavorando per eliminare questo ostacolo. Per ora l’opzione migliore è quella di creare dei transistor che si auto-riparino. Gli scienziati hanno testato dei nano transistor per vedere se reggessero alle radiazioni. Il risultato è che questa nanotecnologia è in grado di auto ripararsi con un meccanismo di controllo della temperatura, se distrutta da radiazioni.

Un altro vantaggio è questi piccoli transistor funzionano anche come memorie flash ed essendo nanotecnologie sono leggerissimi, quindi perfetti per lo scopo. Non tutti i problemi del viaggio interstellare sono però risolti, ci sarà bisogno ancora di molta sperimentazione prima che la sonda possa effettivamente partire.

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