Roma, 28 dic. (askanews) – Nei primi 9 mesi dell’anno i voucher venduti sono stati 109,5 milioni, il 34,6% in più rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. E’ quanto rileva la prima nota trimestrale congiunta sulle tendenze dell’occupazione pubblicata contemporaneamente sui siti istituzionali di Istat, ministero del Lavoro, Inps e Inail come stabilito da un accordo tra le parti il 22 dicembre 2015.
I voucher riscossi per attività svolte nel 2015 (quasi 88 milioni) corrispondono a circa 47mila lavoratori annui full-time e rappresentano solo lo 0,23% del totale del costo lavoro in Italia. Il numero mediano di voucher riscossi dal singolo lavoratore che ne ha usufruito è 29 nell’anno 2015: ciò significa che il 50% dei prestatori di lavoro accessorio ha riscosso voucher per (al massimo) 217,50 euro netti.
Fin qui i dati, ma sul fronte politico si moltiplicano le richieste per una loro limitazione. “Il tema dei voucher deve essere affrontato circoscrivendo l’utilizzo di questi strumenti che, invece che essere uno strumento per far emergere il lavoro in nero, rischia di essere uno strumento di precarizzazione che è in contrasto tra l’altro con misure contenute nel Jobs Act stesso”: ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando a Rtl 102.5.
Secondo il Guardasigilli, in ogni caso, “sui voucher credo che dovremmo fare un ragionamento molto semplice: vediamo cosa funziona e cosa no dopo l’approvazione del Jobs Act e una prima applicazione di questo strumento”.