Non dormi abbastanza? Il campeggio potrebbe aiutarti

Per risolvere i problemi di insonnia avete provato di tutto senza successo? Dormire in campeggio è quello che potrebbe fare per voi: ecco perché

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Dedicare le ore notturne al riposo è fondamentale per affrontare al meglio tutto il resto della giornata. Sempre più spesso, però, capita di non riuscire ad addormentarsi oppure di svegliarsi troppo presto. Questi disturbi del sonno possono diventare fonte di stress, oltre che generare stanchezza e irritabilità. A causare questa particolare condizione di insonnia, sono generalmente le nostre ‘cattive’ abitudini: stare davanti al cellulare mentre siamo la letto, ad esempio, non agevola il sonno. Cosa fare? Tra le tante soluzioni per risolvere la problematica, c’è chi ne consiglia una davvero avventurosa: dormire in campeggio!

Non si tratta di trasferisci in mezzo ai boschi per sempre, ovviamente, ma semplicemente di sperimentare l’esperienza in tenda per qualche giorno, anche solo per un weekend. Diversi studi hanno, infatti, dimostrato che il contatto diretto con la natura rappresenta un vero toccasana per garantire la qualità del riposo.

Il primo ostacolo che impedisce di lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo, riferisce ad “Outside OnLine” il capo della medicina del sonno presso la Northwestern University Phyllis Zee, è rappresentato dalla luce artificiale presente negli ambienti domestici e nelle aree urbane. Secondo l’esperto, il sole funziona come stimolatore del nostro orologio interno: i suoi bagliori mattutini stimolano il risveglio, mentre il rosso della sera segnala l’avvicinarsi della notte, accompagnandoci verso il riposo. Non solo: l’aria fresca di ambienti all’aperto e i rumori non artificiali, che è possibile ascoltare dormendo immersi nel verde, aiutano ad addormentarsi correttamente e a dormire meglio.

Alle stesse conclusioni è giunto anche Kenneth Wright, professore di fisiologia integrativa all’Università del Colorado, che ha condotto un esperimento pratico: far dormire in campeggio un gruppo di persone per una settimana, dopo averli privati dei loro dispositivi elettronici prima di mettersi a letto.

Wright ha monitorato diversi parametri nei soggetti partecipanti allo studio, tra cui i livelli di melatonina, l’ormone che regolare il ciclo sonno-veglia. I risultati pubblicati sulla rivista “Current Biology” hanno dimostrato che dopo l’esperimento, nessuno aveva più problemi di insonnia.

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