Notre Dame: per la ricostruzione si danno in adozione i "mostri"

Per raccogliere fondi per la ricostruzione della Cattedrale, un'associazione no-profit ha lanciato questa simpatica iniziativa

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L’incendio di Notre-Dame, nel 2019, ha scioccato non solo la Francia, ma il mondo intero: in diretta televisiva la cattedrale parigina è stata praticamente devastata dal fuoco, scatenatosi per cause mai definitivamente accertate.

Il presidente francese Macron ha assicurato che la Cattedrale simbolo di Parigi riaprirà nel 2024, ma nel frattempo c’è chi non ha mai smesso di darsi da fare per recuperare lo splendore gotico di Notre-Dame: come l’organizzazione no profit “Friends of Notre Dame de Paris”, che ha lanciato una simpatica ed efficace campagna di raccolta fondi (Notre Dame, la Disney dona 5 milioni e prepara un nuovo film)

L’iniziativa prevede infatti l’adozione di uno dei “grotesque” della Cattedrale, quelli che vengono chiamati (erroneamente) gargoyle ma che in realtà sono semplicemente, in traduzione, “mostri”: anche loro sono un simbolo di Notre-Dame e sul web, tramite il sito internet dell’associazione, è possibile sceglierne uno e fare una donazione. (Notre-Dame si trasforma: una grande serra al posto del tetto)

Una bella idea, che permette ai donatori di sentirsi un po’ più vicini alla Cattedrale e alla sua magica atmosfera, in attesa di rivederla tornare al suo antico splendore. Siamo certi infatti che neanche questo ennesimo incidente riuscirà a scalfire “Nostra Signora di Parigi”, che è sopravvissuta alle rivolte degli Ugonotti, alla Rivoluzione Francese che ne vide il saccheggio, la devastazione e  la trasformazione in un magazzino. Durante la Comune di Parigi, appena restaurata, subì altri danni, mentre resistette praticamente inviolata a tutte e due le guerre mondiali.

L’incendio del 2019 è l’ennesima ferita alla Cattedrale, che però per risollevarsi può contare anche, oltre che sull’amore di migliaia di persone in tutto il mondo, anche sull’estro e la genialità italiani: nel team che si sta prendendo cura dell’edificio per la riapertura del 2024 c’è infatti anche Carlo Blasi, architetto fiorentino, tra i migliori al mondo in fatto di messa in sicurezza e stabilità degli edifici monumentali.

 

 

 

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