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Gruppo musicale alternative rock, i Radiohead pubblicarono nel 1997 il loro terzo album, OK Computer. Un disco che veniva dopo il loro album d’esordio, Pablo Honey, e dopo The Bends, che decretò il successo della band in patria. Ma fu proprio con “OK Computer”, che i cinque inglesi si affermarono sulla scena internazionale. Oggi, a vent’anni di distanza, quell’album capolavoro, che fu capace di mettere d’accordo pubblico e critica, continua ad essere uno dei più grandi successi della storia della musica. Amato da intere generazioni, e passato dalle radio di tutto il mondo.
Definito come un “concept album”, OK Computer ha un che di fantascientifico. A partire dal titolo, che è una citazione del libro di Douglas Adams “Guida galattica per gli autostoppisti”: a pronunciarla è Zaphod Beeblebrox, che ha due teste e tre braccia e che – quella frase – nel libro la ripete spesso. Pietra miliare di un genere che è definito come “fantascienza umoristica”, il romanzo si discosta però molto dai contenuti dell’album dei Radiohead. Perché, OK Computer, non è un disco ironico. È, anzi, l’analisi di un’umanità alienata, dipendente e ossessionata dalla tecnologia. Un tema quanto mai attuale. Soprattutto oggi, che l’album festeggia il suo ventesimo compleanno.
In OK Computer, i Radiohead sperimentarono nuovi generi musicali: il rock progressivo, l’elettronica. Una sperimentazione che si accompagna a testi impegnati, e a scelte volutamente non commerciali. “Paranoid Android”, uno dei primi singoli estratti dal disco, dura ad esempio 6 minuti e mezzo: e, sebbene le radio – quando uscì – non lo trasmisero moltissimo, MTV lo mandò in continuazione, complice anche il video di cartoni animati disegnato da Magnus Carlsson. Tanto che, la canzone, raggiunse il terzo posto nelle classifiche inglesi. Ma, a decretare il successo di OK Computer, furono soprattutto i suoi testi. Che raccontano della spersonalizzazione dell’individuo, del desiderio di fuggire da se stessi. Il tutto, con immagini futuribili dal punto di vista musicale, in bilico tra visionario e paranoico, tra la malinconia e l’isteria. Da OK Computer, sono stati estratti grandi successi e persino sigle. Exit Music (For a Film), ad esempio, è stato colonna sonora di Shut Up and Dance (terzo episodio della terza serie di Black Mirror) e dell’episodio finale di Westworld. A dimostrare l’estrema attualità di un album nato vent’anni fa.