Osteoporosi, gustosi frutti rallentano invecchiamento delle ossa

Consigliati per le donne in menopausa, questi frutti sono un toccasana per combattere la demineralizzazione ossea.

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Quando si parla di osteoporosi si fa riferimento a una serie di condizioni che colpiscono l’intero apparato scheletrico. Le ossa, infatti, perdono via via la loro massa a causa di un processo di demineralizzazione che le rende più fragili. Diventa, così, maggiore il rischio di fratture sia di tipo patologico sia di origine traumatica (come al femore, ai polsi, alle caviglie e alle vertebre). Per non palare,  poi, dei frequenti dolori lungo il corpo che il soggetto avverte, dovuti a una struttura del tessuto osseo che va deteriorandosi anche per via dell’invecchiamento.

Per attenuare i sintomi più fastidiosi e rallentare il processo di indebolimento, l’alimentazione è un alleato fondamentale. E proprio questa stagione offre alle nostre tavole un frutto prezioso che aiuta a combattere l’osteoporosi. Si tratta delle prugne, soprattutto quelle essiccate, che non dovrebbero mai mancare nella dieta degli anziani. Secondo una ricerca recente, pubblicata dalla rivista specializzata ‘Advances in Nutrition’, questi frutti avrebbero molteplici benefici sulle ossa.

Le prugne secche, infatti, aiuterebbero a ridurre lo stress ossidativo e a prevenire gli stati infiammatori connessi alla perdita di minerali. Un consumo regolare, quindi, può sostenere la massa ossea evitando il suo indebolimento e, quindi, lo sviluppo dell’osteoporosi. I dati della ricerca, in particolare, riferiscono che dieci prugne essiccate al giorno, per un anno, hanno fatto registrare nel campione studiato un significativo miglioramento dei tessuti scheletrici, soprattutto nella parte inferiore della colonna vertebrale e negli avambracci.

Numeri che confermano, di fatto, quanto già evidenziato in ricerche precedenti e che dimostrano come le prugne siano essenziali in particolare nei regimi alimentari delle donne in menopausa. La raccomandazione, dunque, è di consumare tra i cinquanta e i cento grammi di prugne secche al giorno (equivalenti a circa una decina), superati i quarant’anni di età, in modo che minerali, fibre e fenoli lavorino d’anticipo prevenendo lo sviluppo della patologia.

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