Pastiera, quando farla? Il giorno 'del grano' in cui prepararla: quando è

C'è un giorno preciso in cui preparare la pastiera? Secondo la tradizione sì, ecco quale

Pubblicato:

Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

La Santa Pasqua è ormai dietro l’angolo e questo vuol dire che in molte case è tempo di preparare la pastiera. Già, ma quando esattamente si dovrebbe preparare? Stiamo parlando di un dolce, buonissimo, che fino a una decina di anni fa era molto più frequente trovare solo al Sud Italia, specialmente in Campania. Piano piano, però, anche al Nord si sono accorti con molto piacere della prelibatezza che arrivava sulle tavole dei napoletani e di chi, trasferitosi in “alta Italia”, portava avanti le tradizioni gastronomiche del paese d’origine. Non stupisce, dunque, che anche le pasticcerie si siano adeguate e propongano praticamente in ogni parte d’Italia la pastiera per festeggiare la Pasqua. Certo, poi i risultati non sono sempre all’altezza dell’originale, ma questo è un altro discorso.

C’è un giorno, dicevamo, in cui la tradizione stabilisce che vada fatta la pastiera? Ogni casa ha le sue tradizioni e diciamo anche che le famiglie, impegnate come sono tra lavoro, casa e figli da gestire, si mettono ai fornelli semplicemente quando hanno un po’ di tempo libero. Molti sono soliti preparare questo dolce nel “giorno del grano”, ovvero il giovedì, “quando il grano sta a terra”. Importante è anche finire di prepararla in tempo per partecipare alle celebrazioni eucaristiche della giornata, in particolare per andare ad onorare “i sepolcri”.

E quando si può cedere a un piccolo peccato di gola e assaggiarla? Assolutamente non il venerdì, giorno della crocifissione di Cristo. E no, nemmeno il sabato a colazione è ancora il momento giusto per vedere come è venuto il dolce. Sarebbe peccato perché Gesù è ancora sulla croce. In molte famiglie del Sud l’ora “x” scatta il sabato dopo mezzogiorno, subito dopo che si “scioglie la gloria”. Quindi a fine pasto finalmente la pastiera può essere portata in tavola, tagliata e mangiata. A quel punto cade ogni divieto, ma chissà quanti riescono a farne arrivare almeno una fetta al giorno dopo, quello di Pasqua. Non a caso solitamente si preparano più pastiere, anche perché si sa che una fettina tira l’altra.

La Leggenda di Partenope e la Nascita della Pastiera

La leggenda narra che la sirena Partenope, dimora nel Golfo di Napoli, ricevette in dono sette ingredienti simbolo di fertilità e abbondanza. In segno di gratitudine, mescolò questi doni creando la pastiera. Questa narrazione mitica si intreccia con la storia più concreta della pastiera, nata nel XVIII secolo in un convento a San Gregorio Armeno grazie all’ingegno di una suora che volle unire gli ingredienti pasquali alla ricotta e alla cannella, portando alla creazione di un dolce senza tempo.

Un Dolce di Famiglia e Tradizione

La preparazione della pastiera è un rito familiare che accompagna la Settimana Santa. Inizia con l’impasto per la frolla il mercoledì e prosegue con la cottura del grano il giovedì. Il giovedì santo è il giorno del raduno familiare, in cui genitori, figli e nipoti si riuniscono per comporre insieme il dolce. Ogni famiglia ha la propria ricetta e il proprio tocco personale, ma c’è una regola sacra da rispettare: sette strisce sulla superficie, in riferimento ai sette doni di Partenope e ai sette quartieri del centro storico di Napoli.

La Cottura e l’Attesa

La cottura è un momento fondamentale, che richiede tempo e pazienza. Un tempo ci si radunava intorno ai forni a legna delle case di campagna, ma oggi spesso si cuoce nei forni di casa. La pastiera non viene mai preparata singolarmente: ogni famiglia ne fa molte, da gustare e da regalare come augurio di buona Pasqua. Si attende il Sabato Santo prima di poterla degustare, poiché contiene grassi di origine animale e non è considerata un piatto di magro per il Venerdì Santo. L’attesa aggiunge un tocco speciale al dolce, rendendolo ancora più prezioso quando finalmente viene servito.

Il Dolce dell’Amore e della Rinascita

La pastiera è molto più di un dolce: è un simbolo di amore e rinascita, un legame con le radici e le tradizioni della terra campana. Il suo sapore ricco e avvolgente racconta storie antiche e ricordi familiari, trasmettendo un messaggio di condivisione e generosità che rende ogni Pasqua ancora più speciale.

 

 

 

più popolari su facebook nelle ultime 24 ore

vedi tutti