Molti di noi sognano un pensionamento anticipato, per poter finalmente prenotare quella vacanza irripetibile, godersi un po’ di meritato relax (c’è chi è perennemente in crociera), trascorrere del tempo con i nipotini o fare giardinaggio in santa pace, ma è stato scoperto che i pensionati più giovani possono avere maggiori possibilità di sviluppare demenza rispetto a quelli che lavorano oltre i 60 anni.

A sostenerlo un gruppo di scienziati della Binghampton University di New York ha analizzato più di 17.500 persone nell’ambito del sondaggio cinese CHARLS. Questa maxi inchiesta a livello nazionale sugli over 60 provenienti da oltre 30 province cinese ha messo alla prova i partecipanti per cognizione mentale, memoria e benessere generale.

È emerso che coloro che percepivano la pensione stavano vivendo un declino mentale molto più rapido rispetto a coloro che ancora lavorano. L’indicatore più importante del declino mentale tra i pensionati era la memoria.

Come riporta il Daily Mail, l’autore dello studio Plamen Nikolov, assistente professore di economia a Binghampton, ha dichiarato: “Per la cognizione mentale tra gli anziani, sembra che l’effetto negativo sull’impegno sociale abbia ampiamente superato l’effetto positivo sulla nutrizione e sul sonno”.

E ancora: “L’impegno sociale e l’essere connessi possono essere semplicemente i singoli fattori più potenti per le prestazioni cognitive in età avanzata”.

Il rischio di ridurre drasticamente la memoria e andare incontro a declino cognitivo potrebbe essere esteso a tutto il mondo, così il team di ricerca auspica che i risultati ottenuti incoraggino i pensionati a pianificare più occasioni sociali e a mantenersi attivi una volta che inizieranno a prendere la pensione (come questa nonnina che a più di 80 anni, si diverte a sviluppare videogames).