Perché gli esseri umani non hanno (più) la coda

L’evoluzione dei primati ha fatto ‘cadere’ la coda negli uomini, ecco il motivo.

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C’era una volta un tempo in cui gli uomini avevano la coda. Anche se suona come l’incipit di una storia a metà tra fiaba e fantasy, milioni di anni fa la specie umana aveva davvero la coda. In passato, gli esseri umani come tutti gli altri primati (scimmie in primis) hanno avuto la coda. Questa continua a caratterizzare alcune razze mentre negli ominidi è scomparsa. Oltre all’uomo, infatti, pensiamo agli scimpanzé, agli oranghi e ai gorilla.

In verità, nella primissima fase di gestazione, l’embrione umano sviluppa una propria coda che però viene riassorbita entro due settimane. Le vertebre predisposte, infatti, rientrano nel coccige e solo per alcuni difetti genetici risultano ancora visibili. Ma perché l’uomo ‘ha perso la coda’? A spiegarlo sono gli studi evoluzionistici, che ci riportano a 56 milioni di anni fa, con gli antenati dei primati.

A dieci milioni di anni dall’estinzione dei dinosauri, la diversificazione dei mammiferi vide svilupparsi anche la specie di cui facciamo parte. Allora, la coda era fondamentale per mantenere l’equilibrio negli spostamenti tra un albero e l’altro. Attraverso le code, infatti, era possibile regolare la posizione del corpo sui rami oltre che afferrarli. La svolta è databile a circa 20 milioni di anni fa, quando avvenne che un gruppo di primati iniziò a moltiplicarsi privo di quella parte corporea.

Stando al recentissimo studio dell’Università di New York il gruppo di primati da cui discendiamo ‘perse la coda’ a causa di una variante genetica. Come spiega fanpage.it, si tratta della sequenza denominata ‘Alu’ nel gene ‘TBXT’ (chiamato anche ‘T’ o ‘Brachyury’). È il gene che determina proprio la formazione della coda e la sua modifica comporta una variazione nello sviluppo dell’organo. Questa variazione è ancora in fase di approfondimento ma di certo l’evoluzione ha dimostrato come sia stata preziosa per l’umanità nei millenni a venire.

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