Perché muoiono le star nel 2016? Inconsciamente questa domanda riecheggia nelle nostre menti. Abbiamo quasi timore ad aprire Twitter e spulciare gli hashtag in tendenza. In soli quattro mesi l’hashtag #RIP seguito dal nome di un personaggio famoso è stato uno dei più ricorrenti. Un fenomeno talmente frequente da indurre la creazione di un secondo hashtag #Enough2016. Quasi a dire basta, a chiedere al cielo di spezzare la catena di decessi vip.
Sono davvero tanti i cantanti, gli attori e i registi, gli sportivi e i giornalisti che ci hanno lasciato a breve distanza l’uno dall’altro, portando un po’ tutti a riflettere sulla condizione precaria delle nostre esistenze. Tanto sconcerto deriva dall’aura di immortalità che alcune di queste star si erano conquistate grazie a vite sensazionali e a percorsi artistici e umani unici.
Ad aprire le tristi danze è stato il duca bianco, David Bowie, figura leggendaria della musica internazionale. A chiuderle, almeno per ora, Prince, il folletto della musica, giovane per età e per aspetto. In mezzo davvero tanti nomi: dal regista Ettore Scola all’attore Alan Rickman, il Piton dei film tratti da “Harry Potter”; dal musicista Gato Barbieri fino a Gianmaria Testa.
E poi una leggenda del Milan e della Nazionale, Cesare Maldini e ancora una delle firme del “Fatto Quotidiano”, il giornalista Emiliano Liuzzi, nemmeno cinquantenne. Infine il fondatore e guru del Movimento 5Stelle, Gianroberto Casaleggio. Insomma una vera ecatombe che fa rinnovare continuamente l’interrogativo: perché muoiono le star nel 2016? Una strana maledizione si è abbattuta sul mondo dei vip?
Uno studio della BBC ha evidenziato come il fenomeno non sia da mettere in relazione con strani malocchi, ma con una sovraesposizione mediatica dei famosi e con la conseguente crescita del numero dei loro fan, dovuta alla maggiore presenza delle celebrità nella nostra quotidianità, via web. Perché muoiono le star allora? La colpa è anche questa volta dei social e di Google.
Proprio la velocità con cui le notizie corrono sul web e la cassa di risonanza enorme che il rimpallarsi delle informazioni produce, determinano la sensazione della straordinarietà della morte dei famosi a cui ci si è via via sempre più affezionati. Insomma si muore quanto si moriva qualche anno fa, famosi e ignoti. Internet rende tutto più eclatante e dunque più inquietante.