Siamo continuamente bombardati da messaggi sull’alimentazione quotidiana nella lotta e nella prevenzione di malattie estremamente diffuse come il diabete, l’obesità, il colesterolo e la pressione alta.
Mangiare troppo grasso e troppo salato non porta alcun giovamento al nostro corpo, anzi le conseguenze, come oramai dovremmo ben sapere, sono molto pericolose. Se pensate tuttavia che in estate possiamo abbassare la guardia perché tanto ci saziamo con una insalatina veloce, vi state sbagliando.
Alcuni formaggi estivi infatti sono potenzialmente deleteri per chi soffre di pressione alta se consumanti con regolarità: chiaramente, un paio di volte a settimana va benissimo, ma tutti i giorni no.
I formaggi che possono incidere negativamente su un quadro clinico ipertensivo sono la feta e l’halloumi: la feta è perfetta nelle insalatone, accompagnata da pomodori, olive e un filo d’olio mentre l’halloumi, conosciuto anche come la “bistecca dei vegetariani” si presta molto ad essere grigliato.
Entrambi i prodotti caseari si contraddistinguono per una incredibile concentrazione di sale al loro interno (è proprio questo il principale ingrediente nascosto degli alimenti a far schizzare su pressione e colesterolo).
Una ricerca del 2014 ha rilevato che il contenuto medio di sale di halloumi è di circa 2,7 grammi per 100 grammi mentre la feta contiene circa 2,51 grammi per 100 grammi: “Entrambi questi tipi di formaggio contengono più sale per 100 grammi rispetto all’acqua di mare dell’Atlantico“, ha affermato Sonia Pombo, Campaign Manager per Action on Salt.
Il consumo regolare di troppo sale per un periodo di tempo prolungato aumenterà la pressione sanguigna e ci esporrà a un rischio maggiore di soffrire prematuramente di infarti e ictus , le cause più comuni di morte e malattia nel mondo.
Piccolissimi cambiamenti come può essere ridurre il sale incidono in modo notevole sulla nostra salute e sul servizio sanitario: addirittura è stato stimato che scalare 1 gr di sale al giorno dalla nostra assunzione previene oltre 4.100 morti premature.
