La “Sky Drive” Toyota realizzata dal collettivo Cartivator ha ancora cinque anni per realizzare un sogno: accendere la torcia olimpica di Tokyo 2020 con la prima “auto volante”. Anche se il primo test non è andato a buon fine, i tecnici giapponesi si sono messi subito al lavoro per apportare le modifiche necessarie alla riuscita del progetto.
Attualmente “l’aerovettura” ha una struttura in acciaio con otto eliche intorno alla quale poi, sarà costruita la scocca che servirà per ospitare i passeggeri. Il mezzo terra-aria, secondo il progetto iniziale, volerà ad un’altitudine di 10 metri con una velocità di crociera di 100 km/h e su strada viaggerà con tre ruote.
Il primo test
Il volo di prova non è andato benissimo: la Toyota Sky Drive si è sollevata a meno di due metri da terra, ma poi si è bruscamente inclinata su un lato ed è atterrata di peso in diagonale. L’urto con il suolo ha danneggiato le eliche e il team è stata costretto a terminare il test in maniera precoce rispetto alle aspettative. Questo, non ha di certo scoraggiato i tecnici giapponesi, tornati subito al lavoro per raggiungere il loro obiettivo.
Il primo volo ufficiale
Nonostante il fallimento del primo test, il primo volo ufficiale della Toyota Sky Drive è previsto per il 2019. Quindi, in un paio di anni i tecnici e gli ingegneri di Cartivator potranno effettuare tutte le prove necessarie per arrivare puntuali all’appuntamento con le Olimpiadi giapponesi nel 2020. Poi, dopo questo evento, si penserà soltanto alla commercializzazione del mezzo, prevista per l’inizio del 2023.
Il progetto
Toyota, ha spiazzato tutti gli scettici sull’argomento “auto volanti”, investendo nel progetto “Sky Drive” 42,5 milioni di yen (circa 400mila dollari), come dimostrazione della bontà delle proprie idee. Altro punto da non sottovalutare è che la Toyota non è la sola azienda ad investire in un progetto di questo tipo: Uber, Airbus, AeroMobil, Larry Page, sono solo alcune delle tante compagnie coinvolte nella corsa all’auto che vola.
Intervista al vicedirettore dell’Enac
In una recente intervista sull’argomento, il vice direttore generale dell’ENAC, Alessandro Cardi ha dichiarato: “Certo, bisognerà riscrivere tutte le regole dell’aviazione civile e, probabilmente anche quelle del codice stradale, visto che questi mezzi avranno bisogno di spazi adeguati per le manovre. Ma considerato i progetti presentati, in commercio tra qualche anno, questi mezzi non saranno più soltanto oggetti per i film di fantascienza”.