Queste 2 analisi del sangue svelano la tua vera età biologica

Due valori del sangue forniscono indicazioni sull’invecchiamento del nostro organismo che possiamo rallentare grazie a una corretta alimentazione.

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La ricerca medica ci aiuta a conoscere meglio il nostro corpo, i suoi bisogni e le eventuali malattie di cui dobbiamo prenderci cura. Provvedere periodicamente a un check-up semplice, a partire dalle analisi del sangue, ci fornisce un quadro prezioso sulle nostre condizioni generali monitorando i cambiamenti che l’organismo affronta. A seconda del quadro clinico, dunque, meglio mettere in agenda un appuntamento dal proprio medico di base che saprà indicare  i controlli necessari per stare più tranquilli.

Per esempio, proprio un esame basilare come quello del sangue, può restituirci informazioni utili sulla nostra vera età biologica. Attraverso un normale prelievo, infatti, possiamo verificare i livelli di due biomarcatori fondamentali per il nostro benessere in grado di svelare quanto velocemente e come stiamo invecchiando fisiologicamente. Si tratta della Proteina C Reattiva (PCR) e dell’Omocisteina, come spiega il dottor Pier Luigi Rossi – specialista in Scienza dell’Alimentazione – in un post pubblico sulla sua pagina Facebook.

Il processo di invecchiamento, spiega il medico, è soggettivo, determinato per il 50% dal nostro stile di vita e dal tipo di alimentazione. “La Proteina C Reattiva – si legge nel testo – è una proteina prodotta dal fegato quando viene esposto a citochine (proteine infiammatorie) prodotte dagli adipociti ipertrofici, ipossici, senescenti, presenti nel grasso corporeo. Il nostro tessuto adiposo, in particolare localizzato nell’addome e nella cavità viscerale, è una delle cause principal di invecchiamento, ad ogni età”. La presenza di processi infiammatori che determinano, dunque, l’accumulo di adipe addominale è causata da un’alimentazione scorretta intervenendo sulla quale è possibile migliorare il nostro stato di salute.

Il secondo marcatore da verificare è l’Omocisteina che, come scrive lo specialista, “è un amminoacido solforato, derivato da un altro amminoacido: metionina”. I suoi valori si alzano in mancanza di alcune “molecole, gruppi metilici -CH3, di acido folico, vitamina B12, vitamina 6, betaina […] Questa aggradisce le pareti delle arterie, i neuroni cerebrali, che degenerano”. Valori elevati di Omocisteina, poi, possono essere un fattore di rischio per lo sviluppo di tumori. Per mantenere sotto controllo tale valore, quindi, è fondamentale introdurre nel proprio menù “vegetali, in particolare verdura a foglie verdi crude, con alto contenuto di acido folico”.

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