Un robot che fuma 12 sigarette alla volta. È questo lo strumento messo a disposizione dei ricercatori di Harvard, che stanno realizzando uno studio per individuare la causa e la cura ad un’infezione polmonare che colpisce moltissime persone. La malattia in questione è la broncopneumopatia cronica ostruttiva, nota con l’acronimo di BPCO, una malattia polmonare caratterizzata da un’ostruzione persistente del flusso d’aria nei polmoni, che non è reversibile ed influisce sulla normale respirazione.
Il robot si trova nell’Wyss Institute for Biologically Inspired Engineering dell’Università di Harvard ed è andato a sostituire i “ratti rinchiusi in una scatola piena di fumo” che venivano solitamente utilizzati per ricerche di questo tipo. Il robot è programmato per fumare diverse tipologie di sigarette, il cui fumo passa attraverso un polmone dotato di chip che imita le vie respiratorie e contiene delle cellule polmonari vere.
Un chip è stato usato con cellule di un malato cronico di tosse, mentre un altro è stato realizzato con le cellule di una persona sana. “In questo modo siamo stati in grado di dimostrare che i chip con cellule di pazienti affetti da BPCO mostravano una risposta infiammatoria molto più forte rispetto al normale per via dell’esposizione al fumo di sigaretta – ha spiegato il direttore della ricerca Donald Ingber – ciò significa che la maggior parte delle volte è l’esposizione al fumo di sigarette a portare le persone affette da BPCO al pronto soccorso“.
Non solo: grazie al lavoro del robot, che ha fumato 12 sigarette alla volta, gli studiosi sono anche riusciti a notare che le ciglia polmonari (strumenti di pulizia di quest’organo) risultavano irritate dal fumo, il che suggerisce che bisognerebbe proprio partire da questo dato per curare la tosse.