Referendum, matita copiativa bagnata con saliva? Non farlo

Ecco da dove nasce l’equivoco che riguarda la matita copiativa usata sulle schede alle urne.

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Domenica 12 giugno, gli italiani aventi diritto al voto sono chiamati alle urne per esprimersi su alcuni quesiti in materia di giustizia. Contemporaneamente al primo turno di elezioni amministrative in alcune zone del Paese, infatti, è indetto un referendum abrogativo che riguarda sette norme del sistema giudiziario italiano. Il voto, come prevedono le norme vigenti, è considerato valido se si raggiunge il quorum del 50% +1. E veniamo a un vero e proprio falso mito che in queste occasioni torna a circolare sul web.

Riguarda la matita copiativa, con la quale gli elettori appongono il loro voto sulle singole schede. Molti, infatti, sembrano essersi convinti che le matite copiative debbano essere bagnate con la saliva prima di venire utilizzate. Solo, così, infatti, si garantirebbe l’indelebilità del segno e la validità del voto. Nulla di più falso! La matita che viene consegnata al seggio, insieme alle schede cu cui esprimersi, non va inumidita. La bufala in merito, o leggenda metropolitana che dir si voglia, non ha alcun fondamento legislativo.

L’equivoco nasce da un’interpretazione scorretta di una Sentenza del Consiglio di Stato avvallata da quella che resta solo un’abitudine, ovvero quella di appoggiare alle labbra la punta della matita. Introdotta quando ancora non esisteva la penna a sfera, la matita copiativa è ancora oggi lo strumento di voto ma rispetto a un lapis tradizionale ha componenti diversi. Non contiene, infatti, solo grafite ma anche alcuni coloranti e pigmenti solubili in acqua. È il motivo per il quale, quando si cerca di cancellare, le sbavature colorate si conservano indelebili sul foglio.

Così, umettando la punta il risultato è solo un tratto di colore violaceo, nulla di più e nulla di meno, dal momento che il segno è in ogni caso indelebile. Come considerare, allora, i voti ‘sbavati’? Da qui la Sentenza del Consiglio di Stato citata nelle istruzioni per gli uffici elettorali: “è valido il voto espresso con matita umettata” (Sez. V, n. 660, del 26 ottobre 1987). Quello che la frase intende dire è che il voto resta valido anche se la matita è stata bagnata, non che il voto è valido solo se la matita è stata umettata.

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