Scende la scherma e sale il tiro. L’Olimpiade di Rio sembra aver sancito un inatteso cambio della guardia tra le discipline più foriere di soddisfazioni per i colori azzurri. Per una volta infatti la pedana in cui sono andate in scena le gare di fioretto, sciabola e spada ha riservato poche soddisfazioni all’Italia, fuori dal podio del fioretto a squadre maschile dopo 20 anni e detronizzata del titolo individuale femminile.
L’oro di Daniele Garozzo non basta a salvare la spedizione, ma un ricambio generazionale ci può stare e si può immaginare che già a Tokyo le nuove leve saranno pronte per tornare a dominare.
In terra brasiliana, però, al netto delle imprese dei mezzofondisti del nuoto, la scena se l’è presa il tiro, il cui bilancio è lusinghiero: gli argenti di Pellielo e Innocenti e i trionfi nello skeet maschile e femminile confermano la bontà della scuola italiana, peraltro senza età.
Perché se Giovanni "Johnny" Pellielo non sembra voler mollare a 46 anni, Chiara Cainero ha conquistato la seconda medaglia in 3 giochi, “scortando” sul podio Diana Bacosi per formare la coppia di mamme quasi 40enni, ma sempre vincenti. Chi di tempo davanti ne ha parecchio per entrare nella storia è Gabriele Rossetti, il dominatore dello skeef maschile.
Figlio d’arte, papà Bruno, nato in Francia e oggi ct transalpino, conquistò per l'Italia il bronzo a Barcellona ’92, ma il pargolo ha già fatto meglio a soli 21 anni. Lo score in finale di 32 piattelli rotti su 32 non lascia margine di discussioni, a differenza di quanto successo durante i festeggiamenti dopo il podio.
Qualcosa infatti non ha funzionato con la magnum di spumante che Gabriele avrebbe dovuto aprire, di fronte alle stesse Bacosi e Cainero e al ct Benelli. Nulla da fare, il tiratore implacabile con i piattelli è stato messo ko dal sughero del tappo, che proprio non ha voluto uscire.
Ci si è provato in tutti i modi, pure impugnandolo con un fazzoletto, ma il risultato non è stato centrato, fino a quando la bottiglia non è caduta dalle mani di Gabriele, ovviamente questa volta aprendosi, ma per fortuna senza rompersi. Questa però non diventerà mai specialità olimpica, quindi la festa è salva.