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San Valentino, disegnare un cuore in passato significava altro

In passato disegnare un cuore aveva poco a che fare con il romanticismo

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Il 14 febbraio di ogni anno è un tripudio di celebrazioni per San Valentino, la festa degli innamorati. Nei negozi i cuori si sprecano, siano essi rappresentati su scatole di cioccolatini, confezioni di profumi o cuscini. Forse non tutti sanno, però, che in passato disegnare un cuore voleva dire altro.

Iniziamo col dire che fino al XIV secolo il cuore simboleggiava unicamente l’organo anatomico, che si pensava fosse la sede della memoria umana. Quando poi artisti e poeti italiani e francesi iniziarono a diffondere l’idea dell’amor cortese allora le cose cambiarono e il cuore divenne sinonimo di amore e romanticismo.

Sull’origine della forma del cuore esistono varie teorie. Vediamone alcune. Per illustrare la prima dobbiamo trasferirci a Cirene, città fondata dai greci nell’attuale Libia. Si trattava di un punto importante per la tratta commerciale dei greci verso l’Egitto e Cartagine. I mercanti della città commerciavano anche una pianta chiamata Sifone. Il baccello del suo seme aveva una forma decisamente simile a quella del cuore come lo disegniamo oggi. Gli esperti ritengono che almeno all’inizio il simbolo sia stato creato con un chiaro riferimento all’atto sessuale.

Anche gli antichi Egizi usavano graficamente il cuore. Secondo loro era il luogo nel quale risiedeva l’anima delle persone, e credevano che se fossero stati buoni in vita, una volta morti i loro cuori avrebbero pesato come la penna della verità del dio Maat, godendo così della vita eterna.

L’idea dell’antica Grecia secondo cui il cuore dell’uomo ha a che fare con le emozioni e con il piacere passò poi durante il Medioevo a delineare la raffigurazione del cuore come simbolo di amore. Risale al 1250 la prima rappresentazione dell’ideogramma del cuore associata all’idea dell’amore. Stiamo parlando di un romanzo francese del 1250 intitolato “Roman de la Poire” nel quale si trova il disegno di un innamorato in ginocchio nell’atto di offrire il suo cuore a una donna. Cuore rappresentato con una forma simile a un ananas, ovvero invertita rispetto a come la disegniamo noi oggi.

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