San Valentino, la carica batterica dei baci: cosa devi sapere

Ogni volta che ci scambiamo un bacio, ci scambiamo anche i batteri contenuti nel cavo orale. E possono arrivare a 80 milioni.

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Sarà anche l’apostrofo rosa fra le parole “t’amo”, come recita la celebre frase di Emdond Rostand, ma questo apostrofo è carico di batteri. Parliamo del bacio, vettore di un numero elevatissimo di microrganismi nella bocca che nello scambio possono passare da una persona all’altra. La scienza, infatti, ci dice sono fino a 80 milioni i batteri che un bacio può trasferire. Ovviamente la carica batterica che ci si può scambiare varia a seconda del numero di baci, della loro durata e del tipo.

Parlare di microrganismi quando ci si riferisce a un bacio non è cosa romantica, lo sappiamo bene, ma, tant’è, è meglio prevenire e molti, forse, non considerano questo aspetto con le varie conseguenze che può avere. Tutto dipende, in particolare, dalla quantità di batteri (a volte anche virus) che la nostra bocca contiene normalmente e che la saliva trasporta.

Ogni persona possiede un microbiota orale che la caratterizza fin dalla nascita, formato centinaia di specie batteriche. Queste, a seconda anche delle abitudini di vita, variano nella loro aggregazione, composizione e quantità. Tra i fattori che determinano il tipo di microbiota ci sono, per esempio, il tipo di alimentazione, l’età, l’assunzione di alcolici e il fumo.

E si tratta per lo più di batteri utili al benessere dell’organismo, a partire delle funzioni legate alla masticazione e alla digestione. È chiaro anche, però, che attraverso il bacio, dunque, possiamo trasferire al partner una quantità anche molto elevata di microrganismi. Quanto emerso evidenzia che, durante un bacio mediamente di dieci secondi, ci si scambia circa 80 milioni di batteri.

E lo studio ha osservato anche, curiosamente, che una coppia stabile, nel tempo, tende a sviluppare un microbiota simile proprio per lo scambio continuo di baci. Come detto, a meno che il partner non abbia particolari patologie virali in corso, non c’è alcun pericolo; diverso, invece, nel caso dell’Epstein-Barr, responsabile della mononucleosi trasmissibile proprio per via orale. Ah, quell’apostrofo.

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