Come sanno bene le mamme e i papà alle prese con i figli piccoli, il mestiere del genitore è il più difficile: non c’è un manuale d’istruzione e ogni bambino è diverso; le regole che proviamo a stabilire nella vita di tutti i giorni possono valere per uno ma non adattarsi all’indole di un altro e così finiamo spesso per non controllare più la situazione.

Uno dei momenti più difficoltosi, per grandi e piccini, è l’ora delle ninne: quando dovremmo mettere a letto i nostri figli? Quanto dovrebbero dormire e cosa succede se invece i più piccoli riposano poco e male?

Il sonno è fondamentale per gli adulti, figuriamoci per i bambini, che sono ancora in fase di crescita e che se non dormono bene diventano ancora più nervosi, ansiosi, ingestibili. Quanti si ritrovano nella situazione sopra descritta? Dormire bene è un vero e proprio toccasana per il cervello di tutti e andare a letto (o mandare i bimbi) troppo tardi ha ripercussioni importanti sulla salute mentale.

Secondo alcuni studi, i bambini più riposati immagazzinano meglio le informazioni, dunque ottengono risultati migliori a scuola e quando saranno vecchi avranno un rischio minore di ammalarsi di patologie neurodegenerative come l’Alzheimer.

L’ormone della crescita si attiva circa mezz’ora dopo la mezzanotte, ma ciò deve avvenire in corrispondenza della quarta fase del sonno. Se i bambini si addormentano dopo le 22, il tempo a disposizione affinché si attivi l’ormone della crescita è considerevolmente ridotto: a questa conclusione sono giunti i ricercatori analizzando le immagini cerebrali di bambini che hanno riposato di più e di quelli che invece si sono coricati tardi.

Il rendimento scolastico dei primi era generalmente ottimo, mentre tra i secondi soltanto una piccola parte ha ottenuto risultati soddisfacenti ai test. Sapendo tutto ciò, per aiutare i più piccoli a prendere sonno più facilmente, è bene preparare l’ambiente, spegnere le luci evitando di utilizzare quelle bianche (meglio le luci gialle, sono più rilassanti) e farli sentire al sicuro.