Nuova sconfitta in Tribunale per la Juventus.
La IV sezione della Corte d'Appello di Roma, presieduta dal presidente Massimo Crescenzi, ha infatti rigettato il ricorso del club bianconero per quanto riguarda l'assegnazione a tavolino dello scudetto 2005-2006 all'Inter in seguito alla revoca del titolo ai bianconeri per i fatti di Calciopoli.
Il club di Agnelli si era rivolto ai giudici ordinari nel 2012, chiedendo di annullare il lodo con cui anche il Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport, il 15 novembre 2011, aveva escluso di poter decidere sulla revoca dello scudetto dato ai nerazzurri da Guido Rossi, allora commissario straordinario della FIGC.
Incassato il no, la Juventus aveva fatto ricorso in Appello, uscendone però nuovamente sconfitto.
La Corte d'Appello ha infatti confermato l'incompetenza a decidere sul tema da parte della Giustizia ordinaria, dichiarando il proprio "difetto assoluto di giurisdizione", che le impedisce di intervenire in materie riservate alla Giustizia Sportiva sulla base del principio di autonomia degli ordinamenti.
Nel dispositivo della sentenza si legge che la propria competenza "è circoscritta a rapporti di carattere patrimoniale fra società sportive, associazioni, atleti e tesserati, pena l'indebita ingerenza nella costituzionalmente consacrata indipendenza dell'ordinamento sportivo", per la soddisfazione dell'Inter, difesa dagli avvocati Emanuele, Capellini e Raffaelli.
Il lungo iter però non è finito: la Juventus aspetta ora che si pronunci il Consiglio di Stato, chiamato ad emettere circa la mega richiesta di risarcimento danni avanzata dal club torinese alla Federcalcio (581 milioni e 22 mila euro).