Si finge morto per un giorno, ma è una provocazione artistica

Salvatore Iacono, gallerista/fondatore di Ischia Street Art, ha riempito Ischia di manifesti funebri. Ma è l'arte in realtà che sta morendo.

31 Marzo 2021

Una provocazione ma anche una performance di denuncia sociale. Così potrebbe essere riassunto l’intervento artistico firmato Ischia Street Art, realizzato dal suo gallerista/fondatore Salvatore Iacono. Alle prime luci dell’alba di lunedì 29 marzo è comparso per le vie di Ischia un classico manifesto funebre, corredato da una foto personale (a destra) e di un quadro dell’attivista Mimmo Di Caterino (a sinistra), riportante la notizia della sua stessa morte, sconcertante e inattesa, suscitando sorpresa e sgomento nei suoi compaesani e conoscenti, che hanno subito inondato il suo profilo Facebook di messaggi di cordoglio.

“È venuto a mancare improvvisamente il gallerista, attivista e performer Salvatore Iacono dopo una strenua opposizione alle restrizioni imposte dalla pandemia da Covid-19 che hanno duramente colpito il settore dell’arte e delle gallerie d’arte. Lo ricordano gli artisti, gli amici ed i collaboratori. I funerali si svolgeranno in forma privata e le ceneri saranno custodite nei locali della galleria di Ischia Street Art di Forio in via Costantino 28. Si dispensa dalle visite e dai fiori”.

Ma in realtà è l’arte che, lentamente, sta morendo. Perché in effetti, anche se Salvatore Iacono è vivo e sta bene – e ci tiene a farlo sapere spiegando, nella stessa mattinata di lunedì, attraverso un post apparso sui suoi social network, lo scopo sociale della performance – in qualche modo è, e si sente, morto per le istituzioni e per uno Stato che, da oltre un anno ormai, continua ad ignorare le sue richieste, che altro non sono che i bisogni di un’intera categoria, quella delle gallerie d’arte, della quale Iacono si fa portavoce.

L’intervento, infatti, fa seguito a due social performance attuate nei mesi scorsi e aventi identico scopo: la prima, “C’è anche l’arte!“, realizzata a gennaio quando Iacono, facendo irruzione in un maxistore marchio Decò a Forio, ha posizionato due quadri di Di Caterino (scontati e svenduti) tra i ripiani dei generi alimentari; la seconda quando, a febbraio, i quadri sono stati esposti in chiesa, causando un certo scalpore mediatico nonché l’indignazione della comunità cristiana.

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