Si tratta di una particolare sostanza, il diclorometano che, in forte aumento nell’atmosfera, secondo quanto scoperto dagli scienziati, potrebbe avere come risultato quello di rallentare di circa trenta anni il recupero dell’ozono nella stratosfera al di sopra dell’area antartica. A stabilire quanto indicato, è un recente dossier pubblicato da alcuni ricercatori presso le università di Leicester, Cambridge e Leeds, nel Regno Unito. Gli stessi avrebbero anche firmato un articolo in merito il cui titolo è appunto “Nature Communications”. Il che fa chiaramente riflettere sul fatto che i prodotti chimici emessi nell’ambiente, abbiano una forte influenza proprio sul buco dell’ozono.
Cosa sono i clorofluorocarburi?
Già durante gli anni ottanta gli esperti avevano messo in evidenza il rischio per lo strato di ozono dell’atmosfera creato da molecole a base di cloro disperse nell’aria dall’uomo. Nello specifico vennero indicati con il nome di clorofluorocarburi, o CFC, e fu evidenziato il danno causato all’ozono, utile per poter fare da filtro ai raggi Ultravioletti che giungono sulla terra e soprattutto al di sopra dell’Antartide.
Per tale ragione, nel 1987 venne siglato dalle Nazioni Unite il cosiddetto Protocollo di Montreal, al fine di porre delle regole in merito alle emissioni di sostanze nocive per l’ozono cui tutti gli Stati Membri si sarebbero dovuti attenere. Sembrò in un primo momento che il protocollo potesse avere il merito di porre un qualche rimedio alla situazione, tanto da stimare che le emissioni dannose potessero ridursi intorno la prima metà del secolo.
Il protocollo però tenne in considerazione solo i composti maggiormente noti che avevano particolari azioni nocive sull’ozono, distruggendolo. Successive ricerche rivelarono però un rapido incremento nell’atmosfera anche di altre sostanze ritenute dannose quali il diclorometano. Furono così successivamente stilati nuovi rapporti in merito alle ricerche eseguite sul problema.
Diclorometano, di cosa si tratta?
Il diclorometano, conosciuto come cloruro di metilene è un gas la cui composizione è simile a quella del metano, ma al posto dei due atomi di idrogeno, presenta due atomi di cloro. Si tratta di un elemento molto utilizzato dalle industrie come solvente per rimuovere le vernici, ma anche nella produzione di estratto di luppolo o nella preparazione di polimeri. Paragonato al CFC ha una un potenziale meno aggressivo e per questa ragione non compariva nella lista degli elementi indicati dal Protocollo di Montreal quali nocivi per l’ozono.
Successive indagini condotte in merito hanno, al contrario, rivelato che l’aumento esponenziale di diclorometano nell’atmosfera abbia avuto ritmi medi, dal 2004 al 2014, tanto da consentire un recupero dell’ozono nell’area antartica tale da ritardarlo di 30 anni. Tuttavia, se le concentrazioni dovessero restare ai livelli registrati attualmente, il ritardo potrebbe essere solo di cinque anni.