“Mi rifiuto di alzarmi e mostrare orgoglio per la bandiera di un Paese che opprime la gente di colore e le minoranze. Per quanto mi riguarda, questa presa di posizione è ben più importante del football e sarei un egoista se facessi finta di nulla. Ci sono corpi per le strade e gente che va in vacanza pagata e non paga le conseguenze per aver assassinato qualcuno”.
Con queste pesantissime parole, Colin Kaepernick, stella NFL, ha spiegato il suo clamoroso gesto durante la sfida di preseason con i Green Bay Packers. Durante l’inno nazionale degli Stati Uniti, il qb dei 49ers si è rifiutato di alzarsi (scelta ripetuta per tutte le gare di preseason).
Lo scatto di un tifoso dalle tribune, poi postato su Instagram, ha reso il gesto di Kaepernick virale, scatenando una serie infinita di polemiche. Il qb, afroamericano, ma cresciuto in un ambiente famigliare di bianchi, ha voluto schierarsi dalla parte dei Black Lives Matter, movimento che sta dividendo gli Stati Uniti.
Pronta la risposta ufficiale della franchigia dei 49ers: “L’inno nazionale resta e resterà sempre un momento importante del pre gara. E’ un’opportunità di mostrare rispetto e gratitudine per chi ha dato la vita per questa Nazione e per le libertà che ci sono concesse. Allo stesso tempo riconosciamo la libertà individuale di partecipare o meno a questa cerimonia”.
Intanto la squadra ha voluto riunirsi, con Kaepernick presente, per affrontare la delicata situazione. “Queste sono le classiche cose che possono dividere una squadra”, le parole del compagno Antoine Bethea. Lo stesso Kaepernick, in una conferenza stampa indetta con i media, ha fatto sapere che continuerà a non alzarsi durante l’inno: “Ho intenzione di continuare a stare al fianco delle persone oppresse”.
Da non escludere un taglio da parte dei 49ers. Kaepernick, sul campo, sta deludendo. Ma, un taglio in questo momento, potrebbe scatenare un’altra serie di polemiche.