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Taste the tv, lo schermo si può leccare per sentire i sapori

Non solo vista e udito, il monitor del futuro è tutto da gustare.

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Dimenticate le abitudini davanti alla tv: dal Giappone arriva la tv del futuro che oltre ai sensi della vista e dell’udito coinvolgerà anche quello del gusto. Ebbene sì, il monitor messo a punto si potrà leccare per sentire i sapori. L’annuncio di ‘Taste the tv’ (TTV) promette un’esperienza inedita e multisensoriale legata alla fruizione dello schermo. Lanciata in questa fine del 2021, questa idea si aggiudica a tutti gli effetti il titolo di bizzarria dell’anno.

La televisione ‘da assaggiare’, per come viene descritta dal suo ideatore Homei Miyashita, deve essere leccata in modo da aggiungere anche le papille gustative ai recettori sensoriali che lo schermo coinvolge. A Reuter, il professore dell’Università di Meji in quel di Tokyo ha spiegato che l’obiettivo di ‘Taste the tv’ è regalare agli spettatori una nuova tipologia di esperienza. In particolare, l’idea è quella di poter fare il giro del mondo dei sapori stando comodamente seduti sul proprio divano di casa.

È chiaro che il gusto resta al palato senza arrivare, ahinoi, allo stomaco ma si potranno assaggiare i piatti dei ristoranti di ogni angolo del pianeta senza spostarsi di un centimetro. Su questo punta, del resto, il video promozionale lanciato online, che mette l’accento proprio sul mondo della gastronomia come prolungamento di quello televisivo.

Il monitor, disposto quasi orizzontalmente in modo da agevolare l’assaggio virtuale, mostra i vari piatti ‘cucinati’ anche con un sistema di fiale nel retro dello schermo. A seconda della ricetta visualizzata, dunque, vengono attivati i sapori corrispondenti, che imbevono un foglio scorrevole pronto per essere gustato.

Stramba invenzione, certo, che però potrebbe essere l’ideale per i ristoranti. Pensate a quanto sarebbe utile, prima di ordinare, avere un’idea precisa dei gusti di un piatto che non conosciamo e che vorremmo provare… Un menù su tale schermo potrebbe fornire una ‘degustazione 2.0’. In attesa di eventuali sviluppi, lo stesso professor Miyashita rassicura anche sui possibili costi: la produzione richiederebbe risorse ridotte e il prezzo ipotizzabile sul mercato rimarrebbe al di sotto dei mille euro.

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