Come funziona la tecnica di memorizzazione del palazzo mentale

Ecco come costruire il palazzo della memoria per ricordare informazioni complesse

30 Aprile 2018

La tecnica del palazzo mentale è una strategia per memorizzare concetti tecnici e astratti, molto più efficace della semplice lettura e ripetizione.

Avere una “memoria di ferro” non è una qualità immutabile ma qualcosa che può essere allenato e migliorato. Adottando le giuste strategie, infatti, il cervello è in grado di immagazzinare un’enorme quantità di nozioni risparmiando tempo e risorse cognitive.

Una di queste strategie prende il nome di palazzo della memoria e consente di apprendere informazioni complesse associando i nuovi concetti a immagini della vita reale. Si basa sull’integrazione della memoria visiva e spaziale, due risorse mnestiche fondamentali per la sopravvivenza che consentivano ai nostri antenati di ricordare automaticamente le informazioni strettamente necessarie, ad esempio per ritrovare la strada di casa o una fonte d’acqua. Diversamente, informazioni come date storiche o nomi complessi non sono necessari per la nostra sopravvivenza, per questo è così difficile memorizzarle.

Il palazzo della memoria, anche detto la tecnica dei loci, consiste nel creare un palazzo mentale che racchiuderà al suo interno tutte le nozioni che fatichiamo a recuperare. Questo palazzo mentale è costituito da almeno una stanza per noi familiare, ad esempio la nostra cucina, ma può includere più stanze nel caso di concetti particolarmente complessi.

Ipotizziamo di dover ricordare tutti i tipi di animali vertebrati. Il primo passo consiste nell’identificare con precisione le informazioni da memorizzare e individuare altrettanti elementi della cucina. Un esempio potrebbe essere immaginare una cucina con un tavolo con sopra una tovaglia verde mimetico, un grembiule, un acquario, una rana e un grande lampadario.

Lo step successivo è quello di associare ogni elemento ad un concetto: ad esempio la tovaglia verde ai rettili, il grembiule ai mammiferi, la rana agli anfibi, il lampadario agli uccelli e l’acquario ai pesci. Oltre a sfruttare le caratteristiche visive degli oggetti, possiamo anche utilizzare somiglianze fonologiche: in questo caso associando il grembiule della mamma alla parola “mammiferi”.

Quello sopra illustrato è un semplice esempio in quanto ognuno deve costruire il proprio palazzo della memoria selezionando gli elementi per lui più adatti. Con un po’ di allenamento, il palazzo potrà essere ampliato con nuovi percorsi che ci aiuteranno a migliorare la nostra memoria.

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