Tifosi e codice d'onore, in Bulgaria la Carta degli Ultras

Un codice d'onore fra tifosi, un manifesto della 'cultura' ultras regolerà da adesso il confronto fra curve rivali. Accade in Bulgaria

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In Italia i supporter più accesi la chiamano mentalità ultras, in Bulgaria hanno fatto di più: hanno trasferito il codice d’onore fra tifosi in un vero e proprio elenco di 12 leggi che ogni ultrà dovrà rispettare per evitare il marchio d’infamia. E anche in non meglio precisate “punizioni” a opera del proprio gruppo.

I tifosi estranei alla mentalità ultras non si aspettino di trovare in questo codice prese di distanza dallo scontro fisico fra tifoserie rivali. Ma per un universo particolarmente violento e oltranzista come quello del tifo calcistico bulgaro, si tratta comunque di una pagina storica.

Al primo punto si fa infatti divieto di utilizzare qualsiasi arma o oggetto ausiliario durante lo scontro fisico, un concetto che dovrà essere apertamente sostenuto anche con striscioni, coreografie, adesivi, cori e graffiti. Coltelli, bastone, mazze da baseball, tubi, penne e quant’altro confligga con la mentalità ultras sono banditi dagli stadi.

Il secondo punto invita alla lealtà: gli scontri devono avvenire fra tifoserie schierate in numero più o meno identico. Il terzo prosegue su questa falsariga: chi cade ed è incapacitato a difendersi non potrà essere più colpito. Gli altri punti vietano quindi di attaccare non solo donne e bambini, ma anche tifosi ordinari; di cercare un confronto con un tifoso rivale sul posto di lavoro o davanti alla sua famiglia; di attaccare tifosi impegnati in celebrazioni o giochi nazionali; di sottrarre a rivali effetti personali che non siano sciarpe o oggetti legati al suo club.

Le ultime leggi del codice regolano anche il rapporto, delicato, con la polizia e la giustizia: chi non infrange una di queste leggi non potrà infatti essere denunciato alle forze dell’ordine, mentre in caso di violazione i gruppi stessi potranno punire autonomamente chi se ne è reso responsabile.

L’ultima norma sembra voler invece tutelare la cultura ultras, obbligando i gruppi a rispettare i graffiti degli avversari in prossimità dei loro stadi. Ora si aspettano le reazioni dei tifosi degli altri paesi: anche in Italia vedremo il passaggio dalla mentalità ultras al codice d’onore fra tifosi?

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