Trovata la pianta più antica della storia?

Una ricerca svedese pare aver trovato i resti della pianta più antica mai esistita: si tratta di un'alga rossa di 1,6 miliardi di anni

16 Marzo 2017
Fonte: Wikimedia

La  scoperta si deve allo staff di ricercatori del Museo di Storia Naturale svedese. Lavorando ad un sito archeologico in India, gli scienziati pare abbiano scoperto la traccia della più antica pianta apparsa sulla faccia della terra. Più precisamente, ciò che hanno trovato sono due fossili che verosimilmente appartengono ad un’alga rossa esistita più di 1,6 miliardi di anni fa.

La scoperta sarebbe clamorosa per le scienze poiché sposterebbe indietro di 400 milioni anni la comparsa del primo organismo complesso sulla Terra. I ricercatori erano dapprima increduli, ma tutti i test che possono essere fatti sembrano confermare che si tratta dei resti di alga rossa.

La scoperta

La dottoressa Teresa Sallstedt è la ricercatrice che ha trovato il fossile. Il team lavorava da tempo su un sito nella regione Chitrakoot, in India, con lo scopo di analizzare resti fossili di cianobatteri (o stromatoliti). Esaminando ciò che era stato prelevato, la giovane ricercatrice si è accorta quasi immediatamente di ciò in cui era incappata.

Il fossile mostra, infatti, due strutture complesse identiche a quelle delle alghe rosse finora ritrovate. La Sallstedt, che all’epoca del ritrovamento era solo una dottoranda, ha spiegato così la sua reazione di fronte alla scoperta: “Ero così emozionata che ho dovuto fare il giro dell’istituto tre volte prima di comunicare al mio supervisore ciò che avevo visto”

Le prove, i dubbi e il  DNA

Il team di ricercatori ha iniziato quindi le analisi che potessero avvalorare l’ipotesi. Attraverso la tomografia microscopica ai raggi-x (una tecnica di imaging), gli scienziati hanno osservato elementi simili ai cloroplasti che le piante utilizzano per attivare la fotosintesi clorofilliana. Inoltre, sono state osservate tracce analoghe a quelle rinvenute su altri fossili di alghe rosse. Non sembrerebbero esserci dubbi dunque, se non fosse che non è possibile procedere con le analisi del DNA.

Il tempo trascorso ha infatti eliminato la possibilità di avere la prova definitiva dell’esistenza della pianta. Proprio come nei casi giudiziari, l’analisi genetica è l’unica prova che, con certezza quasi assoluta, sia in grado di avvalorare un’ipotesi. Malgrado tale mancanza, gli studiosi sono quasi del tutto certi di ciò che hanno scoperto.  Stefan Bengtson, professore e coordinatore del team di ricercatori si è espresso in questi termini: “Nei reperti non è presente DNA, ma le caratteristiche sono abbastanza in accordo con la morfologia e la struttura delle alghe rosse”.

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