Trump: "Con me presidente tutto cambierà"

Ieri dal Lincoln Memorial ha promesso di unire l'America

20 Gennaio 2017
Fonte: Copyright (c) APCOM.

New York, 20 gen. (askanews) – L’ora X è arrivata. Oggi, 20 gennaio 2017, viene scritta una pagina di storia con Donald Trump che diventa ufficialmente il 45esimo presidente americano. Il miliardario di New York, un magnate dell’immobiliare e star (per alcuni) della reality tv, si presenterà a Capitol Hill per giurare su due bibbie e diventare il leader di un’America forse mai così spaccata ma che lui promette di unire. Perché come aveva twittato all’alba della vigilia citando il reverendo Franklin Graham, non è stato lui a dividerla, lo era “da molto tempo”. A prescindere da chi sia stato a polarizzare la nazione, gli Stati Uniti e il mondo intero si domandano se riuscirà a riunirla. E se ci proverà davvero. Ieri sera al Lincoln Memorial, l’elegante monumento davanti al quale si erano svolti gli eventi inaugurali di Barack Obama nel 2009 e di George W. Bush nel 2001, lui ha promesso che lo farà e che “insieme faremo un lavoro speciale”.

“Questo viaggio è iniziato 18 mesi fa”, quando dalla sua Trump Tower sulla Fifth Avenue annunciò la sua candidatura. Definendosi “soltando un messaggero” di un movimento “che non si è mai visto nel mondo” e composto da gente che “si è stancata e che vuole un vero cambiamento”, Trump ha promesso che nessuno americano verrà dimenticato. “Ve lo prometto”, ha detto con la sua solita spavalderia: “Lavorerò sodo e ribalteremo la situazione, riporteremo in Usa i posti di lavoro, rafforzeremo l’esercito e i nostri confini, faremo cose che non sono fatte da decenni per il nostro Paese. Tutto cambierà”.

Convinto che la sua squadra di governo abbia “il quoziente intellettivo più alto di sempre”, come sostenuto a un pranzo ieri al Trump International Hotel – un luogo che si preannuncia una miniera di scandali potenziali – il successore di Obama ieri non ha difeso la sua squadra da molti considerata la più impreparata della storia. A farlo ci aveva pensato ore prima il suo vice Mike Pence e il suo portavoce Sean Spicer, nella sua prima conferenza con la stampa.

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