Un papà protesta e sbraita contro l’arbitro: incredibile reazione del coach

Gesto di grande sportività dell’allenatore/educatore: "Intollerabile, è recidivo".

7 Dicembre 2016

Capita che delle grandi lezioni di sport e sportività arrivino dai campetti di provincia, quelli lontani dalle telecamere, dove in campo o sul parquet ci vanno tanti ragazzini che hanno solo voglia di divertirsi e praticare attività agonistica.

E infatti alle porte di Monza è avvenuto un fatto che dovrebbe essere imitato da parecchi allenatori: durante la partita in corso tra la squadra di basket di Cusano Milanino e quella della Gerardiana Monza il papà di uno dei ragazzini monzesi – categoria giovanile ‘Aquilotti’, ovvero ragazzi di età compresa tra i 10 e gli 11 anni – ha ripetutamente sbraitato contro l’arbitro, appena 14enne, protestando in diverse situazioni direttamente dalla tribuna.

Un comportamento che ha mandato su tutte le furie il coach della stessa Gerardiana Monza, Roberto Perego, che ha richiamato i suoi giocatori e ha ritirato la squadra, invitando prima tutti gli elementi del suo organico a salutare e rendere omaggio ad avversari e arbitro.

Dalla pagina Facebook della Gerardiana Basket sono arrivate le prime delucidazioni, scritte in un post: “I nostri giocavano bene e si impegnavano al massimo divertendosi. Ebbene c’era un genitore tifoso della Gerardiana che continuava a disturbare e a inveire nei confronti dell’arbitro che a suo modo di vedere commetteva errori (…) tanto che a un certo punto l’allenatore attraversava il campo, andava a interloquire anche in modo abbastanza nervoso dicendogli di calmarsi e minacciando di ritirare la squadra se avesse continuato”.

E infatti, poco dopo è stato fatto. “Il nostro storico istruttore prof. Roberto Perego, 50 anni di minibasket, prende la drastica decisione di ritirare la squadra e porre fine alla partita, in seguito all’intollerabile e recidivo comportamento del genitore di un nostro ragazzino, sordo a tutti i tentativi messi in atto affinché smettesse o si allontanasse dal campo di gioco”, ha proseguito su Facebook la società, che ha poi ripreso lo scalmanato genitore.

Più tardi sono arrivate, sempre dalla pagina social network, le parole di coach Roberto Perego: “Insegno da decenni, e in tutto questo tempo è la terza volta che mi capita di prendere una decisione simile. Le due volte precedenti, tuttavia, si trattava di genitori della squadra avversaria che minacciavano pesantemente sia me che i bambini. In questo caso la vicenda è stata più complicata e amara, visto che si trattava di uno dei nostri. Non posso però, e non può la società, accettare un comportamento del genere. La competizione va bene, ma i punti in palio non possono nel modo più assoluto giustificare il comportamento astioso che ha tenuto per tutto il tempo che è durata la partita. Quando un mio allievo non rispetta l’avversario, i compagni, il pubblico, l’arbitro, lo tolgo io dal campo, prima ancora che eventualmente lo faccia l’arbitro. Analogo rispetto pretendo, e pretende la società, dagli adulti in tribuna. Non può e non deve passare in alcun modo il messaggio per cui tutto sia lecito in nome della vittoria”.

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