Forse non tutti sanno che c’è un fenomeno visibile in natura, ancora più raro dell’arcobaleno. Se l’arcobaleno, infatti, nel suo fascino crea una parabola magica e colorata che si poggia sui panorami che ci troviamo ad ammirare, l’arcobaleno rovesciato – col suo caleidoscopio – sembra un sorriso tra le nuvole. E pochissimi fortunati, proprio in questi giorni, sono riusciti a scorgerne uno in Veneto (e, ovviamente, a fotografarlo). L’immagine è stata poi pubblicata sulla pagina Facebook di Meteo Caprino Veronese, che ha raccolto le fotografie di diversi utenti della zona.
Di cosa si tratta esattamente? Il nome ‘scientifico’ del fenomeno è arco circumzenitale e, non a caso, è definito dal sito Meteo Aeronautica, uno spettacolare effetto atmosferico. È prodotto “da rifrazioni e riflessione della luce da parte di cristalli di ghiaccio in sospensione, tipicamente contenuti nelle nubi alte (cirri) o nelle nebbie ghiacciate. Il ghiaccio ha una simmetria molecolare esagonale e pertanto i cristalli di ghiaccio, che si formano all’interno delle nubi, sono dei minuscoli prismi a base esagonale di varia lunghezza o dei dendriti (“il classico fiocco di neve”). Quando la luce passa tra le facce di questi cristalli viene rifratta e riflessa in modo tale da inviare fasci di luce in particolari direzioni”.
Di base, mentre è frequente vedere arcobaleni dopo un temporale, è molto più difficile che alle nostre latitudini si formino archi circumzenitali. Ancora più difficoltoso notarlo perché è posizionato allo zenit, un punto del cielo a cui non è nostra abitudine rivolgere lo sguardo.
“L’arcobaleno – spiega ancora il sito Meteo Aeronautica – rientra nelle cosiddette fotometeore, ovvero manifestazioni di natura ottica prodotte da riflessione, rifrazione diffrazione o interferenza della luce solare ad opera dell’acqua presente in atmosfera nelle sue varie forme di aggregazione (vapore, goccioline, cristalli di ghiaccio)”.