Uomo o donna? Nuovi casi come Caster Semenya a Rio

La questione intersessuale rischia di esplodere come una bomba ad orologeria ai Giochi

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Quando a Rio si correrà la finale degli 800 metri femminili, i pensieri di parecchi sportivi italiani saranno già concentrati sul campionato di calcio pronto a partire. Ma qualunque sia l’esito di quella gara, c’è da star certi che per almeno qualche ora prima della chiusura le cronache olimpiche riusciranno a tenere testa a quelle calcistiche. Perché alle 2.15 ora italiana del 21 agosto si potrebbe scrivere una nuova pagina dello sport mondiale, attraverso il primo podio a 5 cerchi formato interamente da giocatori intersessuali.

In corsa nel doppio giro di pista femminile infatti, oltre alla campionessa del mondo 2009 Caster Semenya, ci sono anche Francine Niyonsaba, del Burindi, campione del mondo indoor, e la 20enne keniana Margaret Wambui. Tutte atlete fortissime e potenzialmente alle prese con una lunga querelle a distanza con la Iaaf relativa ai propri livelli di testosterone, che il massimo organo dell’atletica mondiale ritiene essere una discriminante fondamentale per l’ammissione alle prove maschili o femminili.

L’unico caso che ha fatto discutere al momento è quello di Semenya, che fece parlare il mondo nel 2009 grazie a un titolo mondiale vinto stradominando a Berlino in virtù di una prestazione mostruosa. I suoi muscoli pronunciati sollevarono parecchi dubbi anche di doping e imposero esami approfonditi: quando divenne acclarato che si era di fronte a un’atleta ermafrodita, l’iperandrogenismo di Caster, in termini semplici un livello di testosterone superiore alla media, costrinse la Iaaf ad esaminare il caso, imponendo un anno di stop insieme all’obbligo per le atlete di rientrare entro il limite dei 10 Nanomole per litro.

Chi l’avesse superato sarebbe restato fuori dalle gare femminile. Semenya vide il proprio rendimento crollare dopo le cure, mentre a stroncare le polemiche nel luglio 2015 c’è stato il caso di Dutee Chand che, esclusa per lo stesso motivo dai Giochi dal Commonwealth di Glasgow del 2014, ha presentato e vinto il ricorso al Tas, ottenendo la cancellazione dei limiti imposti dalla Iaaf.

Il caso impazza, tra chi sostiene le atlete e chi evidenzia i vantaggi dell’iperandrogenismo, ma terminata la squalifica, e senza più paletti, Semenya ha ripreso a volare e a Rio sembra poter attaccare il record del mondo degli 800 che resiste dal 1983 ed è il più vecchio dell’atletica. Quarant’anni dopo il pugno di Tommie Smith a Città del Messico, un altro podio è pronto a far discutere.

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