La Pasqua è ormai alle porte e questo vuol dire che come ogni anno ci si prepara, chi più chi meno, a una scorpacciata di dolci. In testa, ovviamente, le uova di Pasqua, anche se vanno forti pure altre prelibatezze come la colomba e la pastiera (e non solo al Sud Italia). Ma come scegliere un buon uovo di cioccolato? E che cosa vuol dire quando troviamo sull’etichetta le scritte “fine” e “finissimo” riferite chiaramente al cioccolato? Vediamo di capirci qualcosa in più.

Parlando di uova di cioccolato non ci riferiamo a un dolce destinato esclusivamente ai più piccoli. Quante volte anche sui social vediamo foto di persone decisamente adulte che sfoggiano con orgoglio ogni anno l’uovo che si comprano da soli o che viene regalato loro da amici e familiari? È proprio così, l’uovo di Pasqua fa felici i più piccoli (anche) per le sorprese che si trovano al suo interno, ma rende gioiosi anche i grandi che ne approfittano per concedersi qualche sgarro alimentare e si coccolano con del cioccolato. Questo, però, per essere definito tale, deve avere delle caratteristiche ben precise.

Di che cosa stiamo parlando? Del fatto che nel cioccolato nero o fondente deve esserci almeno il 35% di cacao e il 18% di burro di cacao. Nel cioccolato al latte invece la percentuale di cacao scende al 25% minimo e deve ovviamente esserci presenza di latte per almeno il 14% del peso totale.

Ci sono però uova pasquali la cui etichetta riporta diciture quali “Superiore”, “Fine”, “Finissimo”. Ebbene, in questi casi nel cioccolato nero o fondente la percentuale di cacao minima deve salire al 43%. Raggiunge invece il 30% nel caso del cioccolato al latte. Infine con l’espressione “solo con cacao puro” si vuole intendere che il cioccolato non contiene altri grassi vegetali (olio di palma, burro di karité o di illipé) oltre al burro di cacao. E con queste dritte non resta che scartare il proprio uovo e gustarselo.