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Uova, se leggi il numero 3 sulla confezione evita di comprarle: il motivo è serio

Come fare a scegliere le uova e quali numeri evitare? Per avere la certezza di scegliere un prodotto sano, bisogna fare attenzione al numero 3.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Le uova sono senza ombra di dubbio uno dei pilastri fondamentali dell’alimentazione del mondo intero! Fritte, bollite, alla coque, alla Benedict, strapazzate o come base per la pasta o i dolci, in Italia abbiamo una media di consumo di 13,7 kg per persona. D’altronde, sono un ingrediente incredibilmente versatile e facilmente adattabile ai piatti dolci come a quelli salati, dagli antipasti ai dessert. Tuttavia, la loro diffusa popolarità non dovrebbe farci dimenticare l’importanza di sceglierle attentamente. Esistono diversi fattori da considerare per garantire la qualità di ciò che mettiamo in tavola, e uno di questi è il codice stampato sulle confezioni. In particolare, c’è un numero che dovremmo evitare di trovare quando acquistiamo le uova: il 3. Andiamo a scoprire insieme il perché.

Dove trovare tutte le informazioni sulle uova: il codice di tracciabilità

Avete mai sentito parlare del codice di tracciabilità? Ogni uovo reca stampata sul suo guscio una sequenza alfanumerica nella quale ad ogni lettera e ad ogni cifra corrisponde un dato preciso utile a identificare quel singolo prodotto. Obbligatorio per legge dal 2004, questo codice equivale – se così possiamo dire – al nostro codice fiscale o alla nostra carta d’identità. Per questo, saper riconoscere le varie informazioni che esso fornisce è la prima chiave per avere piena consapevolezza del nostro acquisto.

Ciò ci fornisce, quindi, le competenze per poter scegliere cosa comprare e cosa non comprare. Per fortuna, poi, imparare a identificare ogni dato del codice di tracciabilità è più semplice di quanto si possa pensare. Partendo da sinistra, cominciamo con il primo numero: indica il tipo di allevamento da cui proviene la gallina che ha deposto l’uovo e ha un valore compreso tra 0 e 3.

Perché il 3 è il numero da cui stare alla larga

  • Lo 0 indica la provenienza da un allevamento che adotta solo mangime da agricoltura biologica (quindi non è stato nessun concime o prodotto chimico), integrabile fino al 20% con prodotti tradizionali.
  • Il numero 1 indica che l’uovo proviene da allevamenti all’aperto in cui gli animali possono razzolare liberamente per almeno una parte della giornata.
  • Il numero 2, invece, dice che l’uovo arriva da un allevamento a terra per cui le galline restano sempre in un ambiente chiuso (per esempio, all’interno di un capannone, quindi tecnicamente senza mai vedere la luce del sole).
  • Il numero 3 identifica le uova da allevamento in gabbia o a batteria.

Viene da sé che, in questo caso, gli animali vivono privati di qualunque libertà di muoversi, trascorrendo l’intera esistenza in spazi ridottissimi dove depongono le uova. In media, le dimensioni di queste gabbie non superano il metro quadrato e al loro interno possono convivere anche venticinque galline, mentre le uova sono deposte in appositi contenitori di pochi centimetri. Inoltre, in questo caso l’uovo non è raccolto a mano, ma è tutto completamente automatizzato.

È chiaro, quindi, che privilegiare una cifra più bassa ci dà la sicurezza di un prodotto più rispettoso della natura e della salute. Soprattutto se stiamo lontani dal numero 3.

Come si legge il codice di tracciabilità delle uova?

Se continuiamo a leggere il codice di tracciabilità delle uova troviamo:

  • una coppia di lettere che rappresenta il paese di origine (IT sta per Italia);
  • il codice ISTAT formato da tre cifre che identificano il comune di provenienza e dalla sigla della città.
  • indicazione sull’allevamento di deposizione.

Sulle confezioni di uova, generalmente, abbiamo anche altre indicazioni. Tra queste ci sono quelle che indicano la categoria (date dalle lettere A, B e C):

  • A – Uova Extra Fresche: indica le uova freschissime, non trattate e non refrigerate, con camera d’aria non superiore a 4 mm. Possono essere messe in commercio con tale denominazione soltanto se sull’imballaggio è presente la data di deposizione e la durabilità indicata è di 9 giorni a partire da tale data. Dopo tale termine deve essere rimossa la dicitura “extra”;
  • A – Uova Fresche: uova che non hanno subito trattamenti di conservazione, non refrigerate, con camera d’aria non superiore a 6 mm. Il termine minimo di conservazione riportato in etichetta è calcolato in 28 giorni dalla data di deposizione;
  • B – Uova conservate: sono le uova che non hanno le caratteristiche qualitative delle uova di categoria A, sono le uova di seconda qualità o uova conservate
  • C – Uova destinate all’industria alimentare.

Possiamo infine trovare la classificazione delle uova in base alla loro misura.

  • XL – Grandissime: indica le uova che hanno un peso maggiore a 73 grammi;
  • L – Grandi: peso compreso tra 63 a 73 grammi;
  • M – Medie: peso compreso tra 53 e 63 grammi;
  • S – Piccole: peso inferiore a 53 grammi.

Quali sono le uova migliori dal punto di vista nutrizionale?

Le condizioni di vita e di allevamento a cui sono sottoposte le galline allevate a terra o i polli allevati a terra hanno delle importanti ripercussioni sulla nostra salute. Analizzando le uova, da un punto di vista chimico, è evidente non solo cosa mangia la gallina, ma anche il suo livello di stress. In laboratorio è emerso che questo stress che viene creato agli animali allevati al chiuso (uova di categoria 2 e 3) porta al rilascio di un maggiore quantitativo di una sostanza nell’uovo, l’acido arachidonico, che fa da precursore a diverse molecole infiammatorie. A differenza delle uova provenienti da galline allevate all’aperto in spazi più vasti (categoria 0 e 1) che invece contengono sostanze antinfiammatorie come gli Omega 3 e più vitamine e carotenoidi.

A livello chimico e nutrizionale le due tipologie di uova sono diverse. Le uova di animali allevati al chiuso contengono meno vitamina E, più colesterolo e meno vitamina A, rispetto alle uova di galline che vivono all’aperto. Un fattore che questo rende le uova provenienti da galline allevate in batteria o a terra un alimento dal profilo tutt’altro che salutare oltre che dagli aspetti etici controversi.

Quanto alle uova biologiche, in questo caso le galline sono alimentate con mangimi biologici certificati e, inoltre, l’agricoltura biologica riduce l’uso di pesticidi e fertilizzanti di sintesi potenzialmente inquinanti. Tuttavia, guardando alle uova in sé non ci sono differenze nutrizionali significative rispetto alle uova tradizionali da allevamento all’aperto. Pertanto, la scelta di uova biologiche più essere più motivata da considerazioni di carattere etico o ambientale piuttosto che da benefici nutrizionali diretti.

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