Vietato dire Natale, Mr e Mrs: la comunicazione inclusiva dell'UE

L'Unione Europea ha vietato di dire 'Natale', 'Mr.' o 'Mrs.'? Ecco cosa sembra contenere un documento interno della Commissione Europea

30 Novembre 2021
Fonte: 123RF

Un allarme lanciato da Il Giornale e, sulla sua onda, da tantissimi altri siti italiani d’informazione, punta il dito contro l’Unione Europea e un documento interno che conterrebbe i criteri da adottare per i dipendenti della Commissione nella comunicazione esterna ed interna.

A quanto pare, il giornalista Francesco Giubilei è venuto in possesso di un regolamento interno della Commissione Europea, intitolato #UnionOfEquality. European Commission Guidelines for Inclusive Communication. Il documento in questione, presentato da alcune note del Commissario per l’uguaglianza Helena Dalli, introdurrebbe alcune regole di comunicazione inclusiva che i dipendenti dell’istituzione comunitaria sarebbero tenuti a seguire.

Tra le regole a cui dovrebbero sottostare, ce ne sono alcune riguardanti le questioni di genere, ovvero l’opportunità di non utilizzare i titoli di Mr., Miss o Mrs. (Sig., Sig.na e Sig.ra) a meno che non sia esplicitato dal destinatario della comunicazione. Allo stesso tempo, bisognerebbe evitare di utilizzare nomi di genere (“operai e poliziotti”, ovvero in inglese workmen e policemen, parole che hanno al loro interno la radice “men”, ossia “uomini”) e di utilizzare il pronome maschile come predefinito. Un’altra indicazione sarebbe quella di indicare le scoperte “dell’umanità” e non quelle “dell’uomo”.

Nell’elenco di regole sembra essere inclusa anche la necessità di rivolgersi agli altri senza dare per scontato che siano cristiani, parlando di “vacanze” invece di “periodo natalizio“. Inoltre, riporta ancora l’articolo, il documento scoraggerebbe l’utilizzo di nomi cristiani, sostenendo la necessità di far ricorso a nomi generici come Malika e Giulio invece dei più ‘biblici’ Maria e Giovanni.

Inutile dire che un documento del genere, per quanto considerato come rivolto alla comunicazione inclusiva – ovvero alla massima rappresentazione di identità di genere, etnie, religioni, lingue e culture – rischia di far discutere e anche parecchio. In attesa di poterlo leggere nella sua interezza (sui siti delle istituzioni dell’Unione Europea è impossibile da rinvenire) i dubbi e le polemiche restano.

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