Fonte: per gentile concessione dell'ufficio stampa Endemol Shine Italy

GF VIP, capoprogetto svela 'attivatori di storie per dare pepe'

Uno degli autori del GF Vip ha rivelato alcuni dettagli sul reality show e la sua produzione, facendo delle confessioni che potrebbero sconvolgervi

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Se guardando il Grande Fratello Vip vi è capitato di pensare che determinati fatti sembrano costruiti ad arte, come in uno spettacolo teatrale o in una telenovela, sappiate che non siete tanto lontani dalla realtà. A rivelarlo ai microfoni della rivista Oggi è Andrea Palazzo, capoprogetto del reality show sin dal primo Grande Fratello, andato in onda nel 2000.

Nella sua intervista è molto chiaro: “Le dinamiche nella Casa sono diventate simili alle soap opera. Alfonso è il direttore di un giornale che si occupa di cose vicine al mondo dei vip e della soapizzazione del reale, quindi sicuramente ha avuto una forte influenza. Credo che quella del Truman Show sia una suggestione più vicina al primo Gf che a quello di adesso… Ora c’è una consapevole complicità tra chi si affida al gioco e noi, che facciamo una scommessa su quello che potrebbe succedere facendolo entrare in Casa. E siccome le dinamiche umane sono imprevedibili, la scommessa in realtà non la perdi mai, perché anche se il personaggio ti spiazza e va in una direzione che non avevi previsto per lui, puoi andargli dietro col racconto. Noi ci limitiamo a inserire degli ‘attivatori di storie‘”.

Questi ultimi, dunque, sono gli stessi personaggi famosi e vipponi che partecipano al reality show. Un po’ come se servissero per mettere pepe nelle storie e nelle dinamiche. Un elenco di selezionate pedine che tentano di apportare nuovi elementi con la loro partecipazione. Anche perché le ultime edizioni del GF Vip sono tutte state prolungate oltre il loro limite naturale: “dopo la fase di casting, all’inizio della stagione, hai tre o quattro storie che possono essere trainanti. Storie che utilizzi nella prima fase del programma, ma quando la rete decide di allungare l’edizione anche fino a sei mesi devi necessariamente immaginare cos’altro manca e come poter prolungare alcune storie”.

“La sfida – ha concluso l’autore del programma – è stata star dietro all’evoluzione di un programma così, ripensarlo di continuo. Per dirne una: i concorrenti della prima edizione erano 10, quelli di questa 38. E 38 persone ti cambiano regole e dinamiche”.

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