La prima donna informatica della storia: Ada Lovelace

Duecento anni fa vedeva i suoi natali Ada Lovelace, considerata la madre dell'informatica, collaboratrice di Charles Babbage e inventrice del primo "programma" per computer

20 Gennaio 2016

“Incantatrice dei numeri”, è questo l’affettuoso appellativo con il quale il celebre matematico Charles Babbage si rivolgeva ad Ada Augusta King contessa di Lovelace, conosciuta ai più come Ada Lovelace, madre dell’informatica. Una vita molto breve (morì a 36 anni) e una carriera incredibile, dovuta al suo grande talento e all’amore per la matematica, che la rese una delle donne più famose del Regno Unito.

Figlia del poeta ed intellettuale Lord Byron, Ada non nascose sin da piccola la sua passione per i numeri e per la scienza. A otto anni condusse uno studio sulla routine della sua gatta, a dieci anni elaborò un progetto per poter librarsi in volo e a undici si dedicò all’osservazione del moto di Giove, proprio come Galileo.

In poco tempo, crescendo, con la sua intelligenza viva e curiosa, e nonostante la sua salute cagionevole, surclassò i propri insegnanti e divenne una donna di scienza, o come preferiva definirsi lei per sottolineare l’eredità paterna “un’analista e metafisica”.

Dedita allo studio dell’algebra e della matematica non fu mai accettata come scienziata dalla società del tempo, e fu anzi mal vista, in quanto donna. Soffrì molto per questo e nei suoi scritti personali traspare molto spesso la sua frustrazione per la poca considerazione ed il disprezzo che le venivano riservati ogni giorno dai suoi contemporanei.

Ebbe comunque molto sostegno da parte del conte suo marito, William King, e della madre Anne. Grazie a lei Ada venne accolta sotto l’ala protettiva di Mary Somerville, studiosa autrice di testi di matematica, che le presentò Charles Babbage, il quale in quel periodo stava lavorando alla realizzazione di una “macchina analitica”, un vero e proprio antenato dei computer moderni.

Nacque così una stretta e proficua collaborazione, ed il matematico affidò ad Ada il compito di tradurre in lingua inglese gli studi del matematico italiano Luigi Menabrea riguardanti la macchina di Babbage.

Ella però non si limitò al semplice lavoro di traduzione, ma fece molto di più: aggiunse appunti e note personali, fra cui anche un algoritmo che consentiva di calcolo dei numeri di Bernoulli, riconosciuto oggi come il primo programma informatico in assoluto. Ed è grazie al suo lavoro se Alan Turing riuscì a trarne ispirazione per la costruzione del primo computer moderno.

Oggigiorno Ada Lovelace viene considerata un esempio da seguire, l’emblema delle donne che dedicano la propria vita alla ricerca e alla scienza, ma che purtroppo venne deliberatamente sottovalutata ed ignorata. Soltanto 127 anni dopo la sua morte, nel 1979, il Ministero della Difesa degli Stati Uniti onorò la sua figura come donna e scienziata battezzando “Ada” un linguaggio di programmazione.

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