Fonte: Ansa

Alieno o umanoide? La storia dello scheletro di Ata, trovato nel deserto di Atacama

Ata, lo scheletro del deserto di Atacama, ha tenuto in sospeso gli studiosi per anni. Da presunta prova di vita aliena a misterioso umanoide del passato, ecco la sua storia

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Stefania Cicirello

Stefania Cicirello

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Nel 2003, un minuscolo scheletro, soprannominato Ata, è stato scoperto in una chiesa abbandonata nel deserto di Atacama, in Cile, suscitando immediate speculazioni sulla sua natura extraterrestre. Inizialmente è stato soprannominato “alieno” a causa delle sue dimensioni ridotte e della sua struttura insolita, Ata ha sconvolto le ipotesi tradizionali sull’antropologia e ha innescato una serie di speculazioni che ora, dopo approfonditi studi, sembrano trovare una sorprendente soluzione. Dopo anni di indagini e dibattiti, sembra che la verità sia molto più prosaica di quanto ci si potesse aspettare: Ata potrebbe essere un antico umanoide del Medioevo.

La storia sconosciuta di Ata affascina l’umanità

L’interesse umano per la vita extraterrestre è radicato nella nostra storia più antica. Da tempi immemorabili, l’umanità è stata affascinata dall’idea di non essere sola nell’universo. Dall’antichità alle moderne esplorazioni spaziali, la ricerca di segni di vita al di fuori della Terra ha alimentato la fantasia collettiva e ha influenzato il modo in cui percepiamo scoperte insolite come quella di Ata nel deserto di Atacama. La speranza di trovarci di fronte a qualcosa di straordinario, forse addirittura alieno, ha continuato a stimolare la curiosità umana e a guidare le ricerche scientifiche più audaci.

Il ritrovamento dello scheletro e le ipotesi sulle sue origini

Il rinvenimento di Ata avvenne per mano di Oscar Munoz, che trovò i resti scheletrici in una chiesa abbandonata e successivamente li vendette a Ramon Navia-Osorio Villar, un uomo d’affari e ricercatore spagnolo. Navia-Osorio avanzò l’ipotesi che lo scheletro appartenesse a una piccola razza di persone che condivideva la vita con il popolo Aymara in Sud America molti anni fa. Tuttavia, le conclusioni di Navia-Osorio non sono state unanimemente accettate.

L’analisi che ha determinato il riconoscimento dello scheletro

Nel 2018, l’analisi del DNA ha indicato che Ata era in realtà un feto femminile umano con mutazioni insolite legate al nanismo e alla scoliosi. Questa scoperta sembrava risolvere il mistero, ma recentemente un nuovo studio, riportato dal Daily Star, avrebbe contestato tali conclusioni. Il professor Sian Halcrow, esperto di bioarcheologia, ha dichiarato al magazine di non trovare prove delle anomalie scheletriche precedentemente affermate dagli autori dell’analisi del DNA.

Il nuovo studio su Ata

La controversia intorno ad Ata ha alimentato speculazioni selvagge sulle sue origini, con molte persone che sostengono ancora la teoria extraterrestre. Questa ipotesi ha guadagnato ulteriore credibilità dopo che lo scheletro è stato presentato in un documentario come potenziale prova della vita aliena.

La ricerca continua, con studiosi e esperti che cercano di gettare luce sulla vera identità di Ata. Alcune teorie suggeriscono origini umane antiche, altre persistono nella convinzione che il minuscolo scheletro nasconda segreti misteriosi. Solo il tempo e ulteriori indagini potranno svelare definitivamente l’enigma di Ata e la sua affascinante storia nel deserto di Atacama.

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