Stop al blackface sulle reti televisive del servizio pubblico. La Rai ha, infatti, deciso di prendere una decisione formale dopo le numerose critiche ricevute negli ultimi mesi (e anni) e a fronte di una recente lettera inviata al direttore di Rai1 Stefano Coletta e di Rai per il sociale Giovanni Parapini. Tra i destinatari della missiva delle associazioni Lunaria, #Italianisenzacittadinanza, Cospe, Arci e Il Razzismo è una brutta storia figura c’è anche Maurizio Pagnussat, storico regista di ‘Tale e Quale Show’ tra i programmi nel mirino.
Il motivo è il ricorso frequente, nelle imitazioni, della pratica di truccare pesantemente di nero volto e corpo dei concorrenti per renderli somiglianti agli artisti neri imitati. Con un risultato spesso caricaturale che molti considerano offensivo o comunque non rispettoso. Da qui le critiche frequenti in rete e la decisione di molte associazioni di muoversi direttamente con l’azienda pubblica.
Lo stesso Ghali, più volte oggetto di imitazione nel serale condotto da Carlo Conti, aveva a suo tempo espresso il proprio disappunto. “Non sto dicendo che c’era del razzismo – spiegava a mezzo social come riportava VanityFair.it – Sto dicendo che il blackface è qualcosa di cui lo spettacolo non ha bisogno. È nato per un motivo, denigrare le persone di colore in America. Veniva usato per spaventare i bambini, erano attori bianchi che si travestivano da persone di colore e compivano atti osceni.
Ed, ecco, le parole della Rai in una nota ufficiale diffusa e ripresa dal medesimo magazine online: “Nel merito della vicenda per la quale ci avete scritto, diciamo subito che assumiamo l’impegno – per quanto è in nostro potere – a evitare che essa possa ripetersi sugli schermi Rai. Ci faremo anzi portavoce delle vostre istanze presso il vertice aziendale e presso le direzioni che svolgono un ruolo nodale di coordinamento perché le vostre osservazioni sulla pratica del blackface diventino consapevolezza diffusa”.