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Il cinema in cui puoi guardare Lo Squalo immerso nell'acqua

Negli Stati Uniti esiste un cinema molto particolare in cui gli spettatori guardano il film "Lo Squalo" immersi nell'acqua

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Negli Stati Uniti esiste un cinema in cui puoi vedere “Lo Squalo” immerso nell’acqua. L’esperienza si chiama “Jaws on the water” e promette un’immersione totale nel film che si sta guardando. Il cinema infatti è situato sul lago Travis al Volente Beach Water Park, in Texas. Qui gli spettatori possono assistere alla proiezione de “Lo Squalo”, con i piedi immersi nell’acqua, all’interno di una ciambella galleggiante.

Tutti abbiamo sentito un brivido di paura vedendo il film di Steven Spielberg, sperimentando un certo disagio all’idea di nuotare nelle acque del mare e ritrovarci a tu per tu con uno squalo.

A distanza di 40 anni “Lo Squalo” continua a terrorizzare milioni di persone e serve davvero tanto coraggio per guardare certe scene e rimanere impassibili, immersi nelle acque scure, senza provare un po’ di paura. Inutile pensare che è solo un film e che di certo dal lago non spunterà l’enorme animale.

L’originale cinema basa la sua fortuna proprio sul potere della suggestione, regalato dal cinema. Chi assiste alla proiezione infatti si immerge completamente nell’atmosfera della pellicola, lasciandosi dondolare dalle onde, come se fosse in mare, e sobbalzando ogni volta che un pesce di lago nuota lì vicino.

Il biglietto per assistere alla proiezione costa 55 dollari e comprende anche una cena. Non è molto economico, ma, secondo chi l’ha provato, ne vale la pena. Uscito nel 1975, “Lo Squalo” è un film cult che ha segnato diverse generazioni. Sin dalla sua prima uscita nelle sale fu un enorme successo, merito della maestria di Steven Spielberg e della colonna sonora di John Williams che l’hanno reso uno dei thriller più iconici del cinema. Per realizzarlo vennero utilizzati tre squali meccanici, ognuno con un costo di 250mila dollari. Peccato che il regista non ne conservi un bel ricordo: “Ci sono voluti un paio d’anni prima che mi riprendessi dallo stress. Sedevo in quella barca da solo, per ore, a lavorare su me stesso, con le mani che mi tremavano – ha raccontato in un’intervista -. È stata un’esperienza che mi ha reso completamente libero, dandomi il credito necessario per raccontare le mie storie, quelle che mi appassionavano davvero”.

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