In che lingua potremmo comunicare con gli alieni?

Anni di messaggi agli alieni, ma in che lingua possiamo comunicare con loro? Un famoso linguista affronta l'ipotesi di una "grammatica universale"

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Se un giorno dovessimo trovarci faccia a faccia con un extra terrestre, in che lingua potremmo comunicare?

Sicuramente sarà difficile che ci venga detto “Telefono casa”, ma non bisogna pensare che il tentavo di comunicazione possa fallire.

È stata questa la domanda alla base di un seminario “Language in the Cosmos” che si è tenuto a Los Angeles e che ha visto alla regia un’organizzazione no profit scientifica “Message Extraterrestrial Intelligence” (METI). All’evento erano presenti scienziati e linguisti che hanno affrontato il tema della comunicazione con gli alieni.

E se dobbiamo mettere da parte, almeno per il momento, l’ipotesi di incontrare faccia a faccia gli alieni, non è impossibile pensare di comunicare con loro via radio.

Il famoso studioso linguista Noam Chomsky ha affermato che le eventuali forme di vita potrebbero seguire le regole della “grammatica universale”, che a suo parere sono alla base di tutte le lingue. La sua teoria parte dal presupposto che esista una componente genetica nel linguaggio e che la capacità di comprenderlo sia innata. Inoltre ritiene che attraverso un processo chiamato Merge i primi esseri umani abbiano iniziato a combinare le parole, circa 40mila anni fa. Quindi se la grammatica universale si basa su Merge, secondo lo studioso e altri colleghi, lo scoglio per la comunicazione con gli alieni potrebbe essere comprendere il loro modo di esprimersi.

È probabile, dunque, che ci sarà un’evoluzione rispetto ai messaggi radio passati che si basavano su matematica e scienza.

Alla base delle sue teorie su una grammatica galattica c’è il fatto che se i mondi e le evoluzioni possono essere state molto differenti, le specie così come le lingue sono nate dalla stessa base.

Fino a oggi nello spazio sono stati inviati alcuni messaggi. Addirittura una canzone dei Beatles che la Nasa ha trasmesso verso Polaris nel 2008. Ma la vera domanda è:  in un futuro si potrebbe comunicare grazie all’uso della grammatica universale?

Intanto per prossimo anno è previsto l’invio di un nuovo messaggio, ha fatto sapere Doug Vakoch presidente di METI International, basato su concetti scientifici e matematici. Insieme a questi verranno inseriti anche i principi che sembrano essere comuni a tutte le lingue del mondo. Il messaggio potrà non essere perfetto, ma, per il presidente dell’organizzazione no profit, l’importante sarà continuare a mantenere attiva la comunicazione con eventuali alieni nello spazio.

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