Partita la prima missione per deviare un asteroide

La prima missione spaziale con l’obiettivo di deviare la rotta di un asteroide è partita nella mattinata del 24 novembre: ecco cos'è Dart

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Dart, la prima missione spaziale con l’obiettivo di deviare la rotta di un asteroide, è partita nella mattinata del 24 novembre dalla base californiana di Vandenberg a bordo di un razzo Falcon 9.

La sigla Dart sta per Double Asteroid Redirection Test e colpirà 65803 Didymos, un asteroide in orbita terrestre da circa 170 metri di diametro, che dista circa 10 milioni di chilometri dal nostro pianeta. Tale distanza sarà percorsa dal razzo nell’arco di 11 mesi, per una missione che servirà come prova generale per deviare eventuali asteroidi che, in futuro, potrebbero rivelarsi potenzialmente pericolosi per la Terra.

La tecnologia di difesa impiegata da Dart si basa sulla tecnica di impatto cinetico, con la navicella spinta da motori a propulsione a ioni che impatteranno l’asteroide ad una velocità di circa 21mila chilometri orari. La collisione dovrebbe causare una deviazione della traiettoria dell’asteroide per una velocità di circa 0,4 millimetri al secondo, che con il passare del tempo consentirà di modificarne l’orbita in maniera importante.

Alla missione spaziale partecipa anche l’Italia con l’invio del micro-satellite LiciaCube (dove ‘Licia’ sta per Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids), che filmerà l’impatto con l’asteroide per consentire una valutazione visiva dell’intera operazione. LiciaCube è stato realizzato dall’Argotec di Torino, in collaborazione e con il contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana, avvalendosi del lavoro di un team scientifico coordinato da Elisabetta Dotto e composto da ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, del Politecnico di Milano, dell’Università di Bologna, dell’Università Parthenope di Napoli e dell’IFAC-CNR di Firenze.

LiciaCube verrà rilasciato nello spazio circa 10 giorni prima dell’impatto, mantenendosi ad una distanza di sicurezza dall’asteroide e dalla navicella, tramite una propria autonoma navigazione.

In ogni caso, anche se la prima missione ufficiale di deviazione della rotta di un asteroide è partita, il rischio che corpi celesti estranei entrino in maniera pericolosa nell’orbita terrestre è escluso almeno per i prossimi 100 anni.

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