Fonte: ANSA

Terremoto a Taiwan può sconvolgere il mondo intero: l'effetto post sisma

Taiwan trema: l'effetto a catena del terremoto potrebbe raggiungere ogni angolo del pianeta. Scopri cosa teme l'economia globale nel post-sisma.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Il recente terremoto di magnitudo 7.4 che ha scosso la costa orientale di Taiwan ha destato preoccupazione in tutto il mondo non solo per la sua devastante influenza locale, ma anche per le potenziali ripercussioni su scala globale. Con almeno 9 vittime e circa un migliaio di feriti, l’impatto umano è già drammaticamente evidente. Tuttavia, oltre alle perdite di vite e ai danni materiali, il terremoto ha sollevato una questione cruciale riguardo all’economia mondiale. Taiwan, infatti, rappresenta il più grande hub di produzione globale di semiconduttori, ed è il fulcro di molte catene di approvvigionamento tecnologiche. L’arresto della produzione di chip da parte di alcune aziende a seguito del terremoto potrebbe avere un impatto significativo su settori chiave in tutto il mondo. Questa interruzione potrebbe innescare una catena di eventi in grado di coinvolgere l’intera economia globale, evidenziando così la vulnerabilità delle filiere produttive a eventi naturali imprevisti.

Taiwan: un hub globale per la produzione e i chip

Il terremoto che ha colpito Taiwan è stato classificato come il più grande a colpire l’isola negli ultimi 25 anni. Il paese infatti si trova a ridosso di due placche tettoniche ed è quindi molto vulnerabile ai movimenti della crosta terrestre.

Ma questo evento senza precedenti potrebbe avere una serie di conseguenze significative, soprattutto considerando che Taiwan è il più grande hub di produzione globale di semiconduttori. Dai chip degli iPhone ai semiconduttori utilizzati negli elettrodomestici di consumo, l’isola gioca un ruolo cruciale nell’industria tecnologica globale.

Interruzioni nella Produzione elettrica e Sospensione delle Fabbriche

Il primo effetto tangibile del terremoto è stato l’arresto della produzione da parte dei principali produttori di semiconduttori. Le interruzioni nell’alimentazione elettrica, causate dal sisma, hanno costretto molte aziende a sospendere le attività. In particolare, la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), il più grande fornitore globale di chip a contratto per aziende come Apple e Nvidia, ha evacuato alcune delle sue fabbriche come misura precauzionale.

Simili azioni sono state intraprese anche dalla sua rivale locale, la United Microelectronics Corp. (UMC), che ha fermato i macchinari in alcuni stabilimenti e ha evacuato strutture nei suoi hub di Hsinchu e Tainan.

Le possibili conseguenze economiche del terremoto

L’interruzione della catena di approvvigionamento di semiconduttori potrebbe avere ripercussioni significative sull’economia globale, causando un rallentamento della crescita economica globale.

Questo effetto risulta particolarmente preoccupante in un momento in cui l’economia mondiale sta già affrontando sfide quali l’inflazione e le tensioni geopolitiche legate alla guerra in Ucraina. Con le aziende che dipendono fortemente dai semiconduttori per la produzione di una vasta gamma di prodotti, dall’elettronica di consumo alle automobili, l’interruzione delle forniture potrebbe portare a ritardi nella produzione e all’aumento dei prezzi per i consumatori finali.

Inoltre, il terremoto ha provocato danni alle infrastrutture cruciali di Taiwan, inclusi strade, ponti e porti. Questi drammatici eventi potrebbero rendere più difficile e costoso il trasporto delle merci dentro e fuori dall’isola. L’aumento dei costi di trasporto potrebbe essere trasmesso lungo tutta la catena di approvvigionamento, contribuendo a ulteriori aumenti dei prezzi delle materie prime e dei beni di consumo. Uno scenario che rischia fortemente di alimentare l’inflazione a livello globale, mettendo ulteriormente sotto pressione le economie già fragili.

L’economia risentirà del Terremoto a Taiwan: il nuovo rischio inflazione

L’interruzione della catena di approvvigionamento di semiconduttori, l’aumento dei prezzi delle materie prime e il rallentamento della crescita economica globale potrebbero portare ad un aumento del rischio di inflazione. Con la domanda superiore all’offerta e i costi di produzione in aumento, i consumatori di tutto il mondo potrebbero sperimentare un aumento dei prezzi dei beni e dei servizi, compromettendo il potere d’acquisto e influenzando negativamente il tenore di vita.

Le conseguenze economiche del terremoto di Taiwan potrebbero quindi aumentare il rischio di una recessione globale. Questo rischio è particolarmente significativo se le interruzioni della catena di approvvigionamento e l’inflazione persistono per un periodo prolungato. Una diminuzione della produzione e dei consumi a livello globale potrebbe portare a un ciclo economico negativo, con riduzioni dell’occupazione, diminuzione degli investimenti e contrazione della crescita economica.

Inoltre, il terremoto potrebbe portare a un aumento del costo del lavoro a Taiwan, poiché le aziende dovranno competere per i lavoratori disponibili per la ricostruzione. Un aumento in un mercato tanto conveniente soprattutto per i mercati occidentali potrebbe innalzare i salari e i costi di produzione, rendendo i prodotti taiwanesi meno competitivi sul mercato globale.

Conseguenze politiche del terremoto a Taiwan: possibile un’escalation di instabilità

Il rischio di instabilità politica a Taiwan è salito dopo il terremoto che ha appena colpito il paese. Le conseguenze economiche del sisma, come la disoccupazione, l’inflazione e la carenza di beni essenziali, potrebbero innescare disordini sociali e proteste diffuse. In aggiunta, i danni inflitti all’infrastruttura di Taiwan rischiano di rendere più difficile per il governo mantenere il controllo sul territorio. Questa situazione potrebbe creare opportunità per i gruppi politici taiwanesi di intensificare le loro attività.

Il problema maggiore arriva però dal grande vicino: la Cina. Secondo Pechino, infatti, Taiwan non è una repubblica indipendente, ma parte integrante del suo stesso territorio nazionale.

Per questo motivo, la Cina potrebbe sfruttare le conseguenze del terremoto per esercitare maggiore pressione sull’isola e cercare di promuovere la sua unificazione con la Cina continentale. Se il governo taiwanese non riuscisse a mantenere l’ordine pubblico e la stabilità, ciò potrebbe portare a una crisi politica e al collasso dell’apparato governativo. In questo scenario, Pechino o altri attori internazionali potrebbero essere tentati di intervenire negli affari interni dell’isola, alimentando ulteriormente le tensioni e aggravando la situazione politica nell’area.

Non si parla solo di possibili azioni militari, ma anche di azioni diplomatiche volte a fare pressione su Taiwan e sul resto del mondo. La Cina potrebbe intensificare gli sforzi per convincere i paesi a rompere le relazioni diplomatiche con Taiwan e a riconoscere la Repubblica Popolare Cinese come l’unico governo legittimo dell’intero territorio. Inoltre, proponendo un intervento diretto nella ricostruzione, Pechino potrebbe prendersi il Paese tramite un’azione umanitaria, da promuovere come un atto di aiuto e non come un gesto dalla natura tutt’altro che altruistica. Al momento si tratta solo di ipotesi ma le possibilità a riguardo possono essere terribili per la stabilità globale, al di là delle conseguenze economiche.

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