Uova di Pasqua, conservi la cioccolata in frigo: non farlo

Niente frigorifero per mantenere il cioccolato, la temperatura ideale è quella ambiente.

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Trascorsa la Pasqua, nella maggior parte dei casi, ci ritroviamo con la cioccolata non finita delle uova regalate. La prima soluzione per conservarla, solitamente è quella di riporla in frigorifero, nella convinzione che in questo modo si manterrà più a lungo. In realtà, riporre il cioccolato – che si tratti di uova pasquali, ovetti, coniglietti o della più tradizionale tavoletta – nel refrigeratore è sbagliato. Quindi, se mentre state leggendo queste righe avete quel che avanza del vostro uovo in frigo, andate immediatamente a levarlo. Il motivo è molto semplice.

Quando si tiene il cioccolato a basse temperature, l’acqua che si condensa danneggia lo zucchero contenuto all’interno della tavoletta. Si tratta di una reazione che avviene a livello microscopico e della quale abbiamo anche la prova visiva. Ciò che succede, dunque, è che lo zucchero si cristallizza, creando quella patina biancastra che vediamo in superficie. C’è da dire, a onor del vero, che questo processo non altera il gusto o le proprietà del nostro dolce, ma è una questione sostanzialmente estetica.

Al contrario, poi, superati i 20 gradi, il cioccolato si ammorbidisce troppo finendo per sciogliersi. La temperatura preferibile, quindi, per conservare al meglio il cioccolato di Pasqua è a quella ambiente, tra i 15 e i 18 gradi. Ovviamente, va preferito un luogo asciutto (altra caratteristica che  di certo il frigorifero non possiede) e mai a contatto con cibi dall’aroma intenso. Se abbiamo a disposizione un contenitore sottovuoto, possiamo stare tranquilli che il nostro cioccolato vi si conserverà per bene.

Questo vale sia per le uova sia per snack e dolci vari al cioccolato, per i quali si consiglia anche di non lasciar trascorrere troppo tempo dal momento dell’acquisto al loro consumo. Le ganache, consigliano gli esperti, andrebbe mangiata entro due o tre settimane, mentre per le praline si può arrivare al mese. Più lunga, invece, la conservabilità delle barrette che possono essere consumate anche a qualche mese di distanza.

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