Chi è Germana Chiodi, segretaria di Caprotti che ha ereditato 75 milioni

Ecco chi è Germana Chiodi, la segretaria di Bernardo Caprotti, a cui il patron dell’Esselunga ha lasciato 75 milioni di euro

26 Ottobre 2016
Fonte: Twitter

Bernardo Caprotti, patron dell’Esselunga, ha deciso di lasciare metà della sua eredità (75 milioni di euro) alla segretaria Germana Chiodi. Ma chi è questa donna che, da anni accanto all’imprenditore, è riuscita a conquistare così tanto la sua fiducia da ricevere una somma da capogiro alla sua morte? “L’ho vista diventare una super manager” avrebbe spiegato lui nel testamento, citandola fra gli eredi del suo immenso patrimonio.

Entrata in Esselunga quando non aveva ancora vent’anni, Germana Chiodi ha vissuto a stretto contatto con Bernardo Caprotti, diventando una delle colonne portanti dell’azienda. Era il 1968 quando conobbe il patron dell’Esselunga e da allora non si sono più lasciati, legando le loro vicende lavorative e quelle private in modo indissolubile. Complice una carriera folgorante, la Chiodi divenne presto dirigente a capo della squadra che fa parte della segreteria del gruppo.

Facevo come le commesse” ha raccontato Germana parlando del suo lavoro all’Esselungame ne andavo dall’ufficio un secondo dopo che era uscito lui. Caprotti era un genio anche a 80 anni, aveva la capacità di riempire le stanze di trascinare le persone. Mi piaceva stare con lui, ci stavo più tempo possibile, mi impegnavo e cercavo di dargli il più possibile. Gli ho voluto bene e lui ne ha voluto a me”.

Non solo una segretaria: nel tempo Germana è diventata per Caprotti anche un’amica e una fedele consigliera. Con lei Mr Esselunga ha condiviso scelte economiche e strategie riguardanti l’azienda, era lei la prima persona a cui chiedeva consiglio per qualsiasi cosa. Il suo ruolo, negli anni della malattia di Caprotti, si è ulteriormente rafforzato. “Il Dottore mi aveva anticipato che mi avrebbe ricordato nelle sue ultime volontà” ha spiegato la segretaria, che oltre ad un assegno da 75 milioni ha ricevuto anche due quadri di fiori colorati di Mario Nuzzi “Gli avevo detto che avrei fatto lo stesso nel mio testamento con alcune delle tante attività benefiche che lui aveva sempre sostenuto; facendolo nel silenzio perché ripeteva sempre che la beneficenza non va pubblicizzata”.

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