Fonte: 123RF

La Fika, segreto della felicità svedese: è una cosa molto seria

La parola indica quasi un rito ed uno stato d'animo di benessere condiviso con gli altri

Pubblicato:

Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Ci sono delle parole che in un’altra lingua potrebbe assomigliare ad una parola italiana, ma questo vale per qualsiasi idioma del mondo, solo perché il suono ci riporta ad un determinato significato. Poi ci sono alcune parole, che vanno oltre il significato esplicito e richiamano proprio un modo di vivere, o una vera e propria peculiarità tipica di una cultura. Fika, per esempio, è una parola svedese molto popolare, che rappresenta un momento specifico della giornata, quello in cui ci si gusta un caffè in un momento di vero relax e piacere, che sia da soli o meglio in compagnia.

La fika,infatti, è momento speciale della giornata, quasi un rito per socializzare, e non come il nostro espresso al volo in un qualsiasi bar italiano, si perché, questa pausa in Svezia è sacra, quasi come le nostre domeniche d’estate al mare, sulla spiaggia a prendere il sole.

Cosa è la fika svedese

La parola “fika” sembra derivare dall’antica parola svedese “kaffi”, che significa caffè. Tuttavia, nel corso del tempo, il significato della parola si è evoluto per includere non solo il caffè, ma anche il concetto più ampio di prendersi una pausa per socializzare e godere di una bevanda calda insieme a qualcosa di dolce. La pratica della fika è radicata nella cultura svedese e riflette l’importanza che la società svedese attribuisce al tempo trascorso con gli altri in modo rilassato e informale. La fika non è solo una pausa caffè, ma anche un momento di condivisione e connessione sociale.

Può verificarsi in qualsiasi momento della giornata e non è legata a un orario specifico. Può essere una pausa caffè al mattino, un momento di relax nel pomeriggio o addirittura una pausa serale. La flessibilità dell’orario è una delle caratteristiche che rende la fika così distintiva.

La chiave della fika non è tanto l’orario in cui si svolge, ma l’idea di prendersi il tempo per rilassarsi, socializzare e godere di una bevanda calda insieme a qualcosa di dolce. Può essere una pratica quotidiana in cui le persone si riuniscono per una breve pausa durante la giornata lavorativa o un momento più prolungato durante il fine settimana, a seconda delle circostanze e delle preferenze personali.

La Svezia si colloca tra i principali consumatori di caffè a livello mondiale, tuttavia, durante la sua storia, il consumo di questa bevanda è stato vietato in più di un’occasione. Nel 1764, re Gustavo III emise un editto che rimase in vigore fino al 1820 circa, ma nonostante ciò, il caffè continuò ad essere bevuto illegalmente. Da qui sembra derivare la parola “fika”, coniata nel XIX secolo, dove le sillabe della parola “kaffi” (il termine antico per caffè, oggi “kaffe”) vennero invertite in una metatesi (e una “f” fu rimossa), diventando così “fika”.

Inizialmente, la fika sembrava consistere in un assaggio di 7 biscotti fatti in casa. Tanto è vero che intorno al 1940, si diffuse nelle case svedesi il ricettario “Sju Sorters Kakor” (Sette tipi di biscotti), diventando uno dei libri culinari più famosi e consultati del paese. Si dice addirittura che ogni famiglia ne custodisca almeno 4 copie. La ragione di questa popolarità è spiegata da Isabella Wallgren, responsabile della caffetteria di Wild Buns a Firenze, che afferma: “Secondo me, è diventata un’usanza molto comune nella nostra cultura anche per il clima rigido e le poche ore di luce che abbiamo durante il giorno. Sicuramente queste condizioni hanno favorito la nascita di questo modo di socializzare: chiudersi in casa o in caffetteria anche per ore, per parlare e consumare qualcosa di caldo e un dolce”.

Cosa si mangia e cosa si beve

Si parte dal caffè che, non è di certo il nostro espresso che incarna perfettamente la velocità con cui lo buttiamo giù, in questo caso è un caffè filtrato, scuro e solitamente senza zucchero versato in grandi tazze da sorseggiare con calma. In alternativa si può bere un cappuccino, una cioccolata calda o un tè caldo, talvolta anche una bibita analcolica. L’accompagnamento super classico è quello con i tradizionali bun dolci, in particolare il kanelbulle alla cannella, oppure un muffin, dei biscotti o una fetta di torta come la tipica kladdkaka al cioccolato o alle carote. Tutte queste preparazioni fanno parte dei cosiddetti kaffebröd o fikabröd, cioè il companatico dolce da mangiare col caffè.

più popolari su facebook nelle ultime 24 ore

vedi tutti