In un esperimento condotto presso le strutture del Cern di Ginevra i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) sono riusciti a raggiungere un risultato straordinario e impensabile: risalire con una certa approssimazione alla misteriosa particella X che ha causato la nascita del nostro universo. Scoperta nel 2003, da quasi vent’anni gli scienziati stanno facendo di tutto per saperne di più e, a quanto pare, sono riusciti a stringere il cerchio in un plasma di quark e gluoni ricreato nell’acceleratore più grande del mondo, il Large Hadron Collider (LHC).
Stando alla pubblicazione del risultato dell’esperimento, si tratterebbe di una sorta di riproduzione della ‘zuppa primordiale’ formatasi pochi milionisimi di secondi dopo il Big Bang, quando una frazione di quark e gluoni avrebbero dato vita alle particelle X, che poi si sarebbero evolute negli elementi che hanno dato vita al nostro Universo. I ricercatori del MIT hanno vagliato le enormi quantità di dati prodotti con le collisioni sfruttando degli algoritmi e l’intelligenza artificiale, opportunamente ‘addestrata’ con i modelli teorici da loro inseriti ed elaborati.
Non a caso sono state prodotte circa 13 miliardi di collisioni, dalle quali si sono formate decine di migliaia di particelle, tra le quali circa un centinaio di “Particelle X”. Le particelle elementari, in ogni caso, subito dopo il Big Bang avrebbero creato numerose configurazioni unendosi tra di loro prima di raffreddarsi e stabilizzarsi divenendo neutroni o protoni.
Gli studi, tuttavia, sono lungi dall’essere conclusi: mancano dati sufficienti per stabilire chiaramente la loro natura grazie a ricerche che si prolungheranno nei prossimi anni e che promettono di svelarci la verità sugli albori dell’universo. Lo stesso nome di “particella X” è stato scelto dagli scienziati per dare enfasi al mistero che ne avvolge la struttura. E, sebbene sia stato fatto un enorme passo avanti nel saperne di più su di loro, la via per una conoscenza completa è ancora lontana.
