Alla ricerca dei misteri di Pompei: decifrare le pergamene potrebbe fruttare 662mila €

Un'entusiasmante sfida per decifrare i rotoli di pergamena di Pompei potrebbe portare a una ricompensa di 662mila €

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Stefania Cicirello

Stefania Cicirello

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Pompei, la città sepolta sotto le ceneri dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., ha sempre affascinato gli appassionati di storia, archeologia e misteri antichi. La scoperta di rotoli di pergamena, rinvenuti tra le rovine di questa antica città romana, ha acceso nuovamente l’interesse, perché il loro contenuto a oggi è in gran parte sconosciuto. Ora, grazie all’intelligenza artificiale, c’è una nuova speranza di svelare i segreti di questi antichi manoscritti.

La storia di Pompei e il ritrovamento delle misteriose pergamene

L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. fu una catastrofe epocale. La pioggia di detriti vulcanici seguita da nubi di gas caldissimi seppellì Pompei sotto metri di cenere e pomice, preservandola nel tempo. Le attuali rovine di Pompei sono patrimonio dell’umanità dell’UNESCO e offrono uno sguardo unico nella vita quotidiana dell’antica Roma.

Tra le scoperte più affascinanti ci sono i rotoli di pergamena, che furono successivamente recuperati. Tuttavia, i messaggi all’interno di questi rotoli sono rimasti nascosti per secoli: le pergamene sono danneggiate e delicate, rendendo difficile persino aprirle, figuriamoci leggerle.

La campagna che mette in palio 662mila €

Per cercare di risolvere questo enigma, è stata lanciata la “Vesuvius Challenge” dai ricercatori dell’Università del Kentucky. Migliaia di immagini a raggi X dei rotoli sono state offerte al pubblico nella speranza di decifrare il codice. La sfida è rivolta a ricercatori ed esperti di intelligenza artificiale in tutto il mondo, il premio in palio ammonta a 662mila € per il team che riuscirà a leggere almeno quattro passaggi separati. Ma c’è una scadenza: il 31 dicembre.

Tutti i contributi vengono attentamente esaminati da un team di sviluppatori ed esperti per verificare la legittimità e la plausibilità delle traduzioni. A oggi, è emerso che due studenti, Luke Farritor dell’Università del Nebraska-Lincoln e Youssef Nader della Libera Università di Berlino in Germania, hanno fatto una scoperta significativa. Hanno decifrato la prima parola su uno dei rotoli: “πορϕυρας”, che in caratteri greci moderni si traduce come “porphyras”, ovvero “viola.” Questa prima scoperta apre la strada alla comprensione di altri passaggi nei rotoli.

L’intelligenza artificiale svelerà il contenuto delle pergamene?

Secondo i resoconti dell’antica Roma, il colore viola era spesso indossato come simbolo di ricchezza e status. Quindi, questa prima parola potrebbe fornire importanti informazioni sulla cultura e la società dell’epoca. Gli scienziati e gli esperti di intelligenza artificiale sperano che questa scoperta sia solo l’inizio di una serie di traduzioni che ci aiuteranno a svelare i segreti nascosti sotto la cenere di Pompei.

L’uso dell’IA per risolvere antichi enigmi è un bell’esempio di come la tecnologia moderna possa collaborare con la storia per fare luce sul passato. Resta solo da vedere cos’altro verrà rivelato nei prossimi mesi e se qualcuno riuscirà ad aggiudicarsi il premio entro la scadenza. L’antica Pompei continua a regalarci sorprese, anche dopo millenni.

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